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Ebola, Lorenzin: "Serve uno sforzo globale. In Italia nessun rischio dall'immigrazione"

Il ministro della Salute a Bruxelles per una riunione sul coordinamento degli interventi per contrastare la diffusione dell'epidemia: "In questo momento il nostro Paese è sorvegliato al più alto livello, come riconosciuto da tutti. Da questo punto di vista possiamo stare sereni"

(Xinhua)
(Xinhua)
15 settembre 2014 | 16.03
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"C'è la necessità di coordinare a livello mondiale una serie di interventi nei Paesi colpiti, in particolare Liberia, Sierra Leone e Nigeria, con una possibile estensione al Senegal. Bisogna assolutamente bloccare l'epidemia, che non deve camminare. Serve uno sforzo comune di tutti i Paesi del mondo". Lo afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine di una riunione a Bruxelles sul coordinamento degli interventi per contrastare la diffusione del virus Ebola. Il ministro ha spiegato che "in Africa bisogna intervenire con operatori medici e strutture, come ospedali militari. Poi bisogna coordinare l'invio di aiuti umanitari, perché in alcune zone colpite mancano cibo e acqua". Inoltre "per quanto riguarda la sicurezza sanitaria in Europa, gestire l'evacuazione dei nostri operatori sanitari. E per questo serve un grande sforzo tecnico", ha aggiunto.

"Nessun rischio da immigrazione" - Il ministro assicura poi che "non c'è nessun rischio Ebola legato all'immigrazione. Si tratta di un virus limitato ad alcuni territori e che non ha nulla a che fare con questi tragici viaggi della speranza". "In questo momento l'Italia è sorvegliata al più alto livello, come riconosciuto da tutti. Da questo punto di vista possiamo stare sereni", ha aggiunto.

Ue: serve risposta europea a emergenza - "L'Unione europea - spiegano il commissario Ue per lo Sviluppo Andris Piebalgs, la commissaria per la Cooperazione internazionale Kristalina Georgieva e il responsabile per la Salute Tonio Borg - è seriamente preoccupata per l'epidemia di Ebola in Africa occidentale, dove la situazione va deteriorandosi di giorno in giorno. Oggi abbiamo discusso insieme ai ministri dell'Ue di come coordinare nuove iniziative su scala europea per reagire all'emergenza". Dall'esecutivo di Bruxelles si sottolinea che dallo scoppio dell'epidemia l'Ue ha aumentato progressivamente la propria assistenza e ha stanziato 150 milioni di euro "per curare i pazienti infetti, arginare il contagio, rafforzare i sistemi di assistenza sanitaria e migliorare la sicurezza alimentare, l'approvvigionamento idrico e le strutture igienico-sanitarie". Inoltre nella regione sono stati inviati i laboratori mobili dell'Ue per aiutare a diagnosticare e confermare i casi di Ebola e per formare tecnici di laboratorio. La Liberia e la Sierra Leone riceveranno inoltre un sostegno finanziario al bilancio per l'erogazione di servizi sanitari e la stabilità macroeconomica, in risposta ai problemi economici aggravati dall'epidemia. I tre commissari Ue spiegano che nel corso della riunione di alto livello è stato concordato di disporre nei Paesi colpiti dal virus sistemi di evacuazione medica per gli operatori umanitari e il personale sanitario. "Abbiamo perciò avviato subito i lavori per lo sviluppo di un dispositivo europeo che ne assicuri il coordinamento", spiegano. "Nonostante il basso rischio di contagio nei nostri paesi, dovremo inoltre continuare a prepararci e coordinarci per gestire i rischi".

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