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New York come Ferguson, proteste dopo l''assoluzione' di un poliziotto che strangolò un afroamericano

La decisione del grand jury di Staten Island. L'amministrazione Obama annuncia inchiesta federale e invita dimostranti alla calma. Il presidente Usa: "In alcuni casi non tutti sono uguali di fronte la legge". Convocata per il 13 dicembre a New York dai leader afroamericani una marcia contro le violenze della polizia

Le proteste a New York (Infophoto) - INFOPHOTO
Le proteste a New York (Infophoto) - INFOPHOTO
04 dicembre 2014 | 08.41
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Scoppia la protesta a New York dopo la decisione del grand jury di Staten Island di non incriminare l'agente Daniel Pantaleo che lo scorso luglio provocò la morte di Eric Garner , afroamericano di 43 anni, tenendolo stretto al collo durante l'arresto. Le manifestazioni sono partite dall'isola, che è uno dei cinque borough di New York, per poi allargarsi a tutta la città, con mobilitazioni a Times Square, Union Square e Lincoln Center. Da Seattle a Washington, da Oakland a Los Angeles, decine di migliaia di persone sono scese in strada per urlare ancora una volta la propria rabbia e protestare contro la violenza della polizia e contro il razzismo. Proteste anche a Ferguson e a St.Louis, in Missouri, teatro, nei giorni scorsi delle proteste per l'assoluzione dell'agente che sparò e uccise un 18enne afroamericano.

Da Washington l'amministrazione Obama ha lanciato un appello alla calma ai dimostranti annunciando un'inchiesta federale sulla morte di Garner. L'attorney general uscente, l'afroamericano Eric Holder, ha detto che Garner, che aveva 6 figli, è "morto tragicamente" per mano della polizia e verrà condotta un'inchiesta "indipendente".

Scosso e arrabbiato per il verdetto Barack Obama, per il quale, "in questo momento, purtroppo, vediamo troppi esempi in cui le persone non hanno fiducia nel fatto che sono trattate in modo equo, in alcuni casi si può trattare di una sensazione sbagliata, ma in alcuni casi è una realtà". "Quando in questo paese qualcuno non è trattato in modo equo di fronte alla legge, questo è un problema ed è mio compito cercare di risolverlo", ha poi aggiunto parlando alla White House Tribal Nations Conference.

Intanto il reverendo Al Sharpton, storico leader newyorkese del movimento per i diritti civili, ha annunciato per il 13 dicembre prossimo una marcia a Washington per protestare contro la violenza della polizia contro gli afroamericani. E contro il fatto che troppo spesso gli agenti responsabili non vengono perseguiti. "Non abbiamo fiducia nelle procuratori statali perché lavorano mano nella mano con la polizia locale. E' il momento di una manifestazione nazionale per affrontare un problema nazionale", ha detto Sharpton in una conferenza stampa ad Harlem a cui hanno partecipato anche la madre e la vedova di Garner. "Ci troviamo di fronte una crisi nazionale - ha detto - quante persone devono morire prima che la gente capisca che questa è veramente una cosa con l'America deve fare i conti".

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