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Grecia, Varoufakis: "Creditori terroristi". Manifestazioni per il 'no' in tutta Europa

04 luglio 2015 | 10.59
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(foto Adnkronos)
(foto Adnkronos)

Nei giorni scorsi li aveva definiti 'criminali', oggi 'terroristi'. Alla vigilia del referendum, il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis alza ulteriormente i toni dello scontro verbale con Bce, Fmi e Commissione europea, accusati di voler "umiliare i greci".

"Quello che fanno con la Grecia ha un nome, terrorismo - ha denunciato Varoufakis in un'intervista al quotidiano spagnolo 'El Mundo' - Oggi quello che vogliono Bruxelles e la troika è che il sì vinca per poter così umiliare i greci".

Il ministro si è detto poi "assolutamente e completamento certo che, qualunque sia l'esito del referendum, lunedì ci sarà un accordo e martedì riapriranno le banche".

"L'Europa ha bisogno di un accordo - ha ripetuto Varoufakis al quotidiano spagnolo - la Grecia ha bisogno di un accordo, dunque arriveremo a un accordo". Ma, ha avvertito, "quello che succederà se vince il 'sì' al referendum è che avremo un accordo non brutto, ma assolutamente nefasto. Nefasto perché non sarà sostenibile... e il tira e molla continuerà" ancora con i creditori a Bruxelles, perché quello che sarà firmato sarà un accordo solo per i prossimi cinque mesi, mentre "dovremo negoziarne un altro".

Invece, sostiene il ministro delle Finanze, "se vincerà il no, il premier Alexis Tsipras disporrà delle armi per riuscire a negoziare un accordo migliore". "Non mi equivochi - ha avvertito Varoufakis - se vince il no non avremo un accordo fantastico, però riusciremo ad ottenere che non sia tanto negativo come quello che ci propongono". Se domani vincerà il no, ha aggiunto il ministro, Tsipras "lunedì volerà a Bruxelles e otterrà un accordo migliore e il giorno successivo le banche greche riapriranno".

Anche di questo, Varoufakis è più che certo: "Le forze conservatrici in Europa sperano e desiderano che vinca il sì, questo è chiarissimo. Se sarà così, il giorno successivo Mario Draghi premerà il bottone rosso, la linea di liquidità di emergenza (Ela) tornerà a funzionare e le banche riapriranno i battenti martedì". Ma anche nel caso opposto, di una vittoria del no, conclude, "nonostante le minacce con le quali stanno cercando di condizionare il voto, Tsipras andrà subito a Bruxelles lunedì, raggiungerà un accordo e le banche apriranno egualmente".

Ai microfoni della tv francese 'France 24', il ministro per le riforme greco, George Katrougalos, ha detto che "non c'è il rischio di un'uscita della Grecia dall'area euro perché nessuno lo vuole". L'accordo con i creditori, ha sottolineato, "avrebbe significato proseguire nell'austerity. Siamo pronti a prendere le misure necessarie e tra l'altro ne abbiamo accettate molte di quelle proposte dai partner Ue ma vogliamo una rinegoziazione del debito che è insostenibile. Un accordo che non prenda in considerazione una rinegoziazione del debito è per noi inaccettabile" .

Katrougalos esclude eventuali dimissioni del premier Tsipras, in caso di vittoria del 'sì' al referendum: "Non è un plebiscito su Tsipras. Il premier non ha legato il suo incarico al risultato del referendum. In ogni caso sono convinto che vincerà il 'no'. Questo referendum è storico per l'Europa ed equivale a una scelta tra un'Europa sociale e un'Europa neo liberale". Con i partner europei, ha aggiunto il ministro, "eravamo vicinissimi a un accordo" ma c'è stato un "voltafaccia. Per alcuni politici l'esistenza di un governo di sinistra in Grecia è un problema. Credo che hanno paura di un contagio politico in occasione delle elezioni in Spagna, in Olanda e in Portogallo".

Il presidente dell'Unione delle banche greche, Louka Katseli, ai microfoni della tv Skai ha assicurato che non c'è nessun piano di prelievo forzoso sui depositi, smentendo un'indiscrezione del 'Financial Times' che parlava di un piano per tagliare almeno il 30% dei depositi sopra gli 8mila euro. "Non esiste alcun piano del genere - ha sottolineato Katseli - Lo scenario di un taglio dei depositi è fantasioso".

Intanto manifestazioni per il 'no' si svolgono in tutta Europa. Non solo in Grecia e non solo nei Paesi dell'eurozona la gente è scesa in piazza a sostegno delle ragioni del governo di Tsipras, per dire 'no' all'austerità e ai piani finora proposti ad Atene dai creditori internazionali. Dopo le manifestazioni di Roma, Parigi e Bruxelles, per oggi sono previste marce di solidarietà anche in Gran Bretagna, all'insegna dello slogan "siamo tutti greci". In particolare, sono state organizzate manifestazioni a Londra, Liverpool e Edimburgo.

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