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Consulta, ennesima fumata nera. Bruno pronto a un passo indietro

30 settembre 2014 | 13.19
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A vuoto anche la quindicesima votazione per l'elezione di due giudici della Corte Costituzionale. Il candidato azzurro: ''Mia candidatura nelle mani di Berlusconi''. I parlamentari cinquestelle scrivono sulle schede la parola 'onestà'

(Infophoto)
(Infophoto)

Ancora una fumata nera per l'elezione dei due giudici di nomina parlamentare della Corte costituzionale. Anche la quindicesima votazione delle Camere in seduta comune è andata a vuoto e tutto è stato rinviato a giovedì alle 9.

Su 766 voti, ci sono state 575 schede bianche, 83 nulle e 44 voti dispersi. Violante ha ottenuto 26 voti, Rescigno 22, Bruno 19, Carlassare 18, Ainis e Pace 9.

Davanti allo stallo, il forzista Donato Bruno si dice pronto a un passo indietro. "Ritengo doveroso, al fine di agevolare il lavoro parlamentare, rimettere nelle mani del presidente Silvio Berlusconi la mia candidatura".

Prima del voto, e nonostante l'ennesimo appello del Colle a chiudere la partita, quasi tutti i partiti hanno dichiarato di votare scheda bianca. A cominciare dal Pd: "Violante resta il nostro candidato" ma "il Pd vota scheda bianca, perché c'è bisogno di un ulteriore momento di confronto tra le forze parlamentari", spiega il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza.

I parlamentari del M5S scrivono sulla scheda la parola 'onestà' - I parlamentari del M5S, che avevano dichiarato di votare scheda bianca ("ma per motivi opposti al Pd. Noi vogliamo nomi illustri e terzi dalla politica, loro soldati di partito", ha scritto su twitter Danilo Toninelli), durante la votazione hanno scritto sulle schede la parola 'Onestà'. Qualcuno tra i Cinquestelle, uscendo dalla cabina, ha mostrato il cartello recante la scritta. Tra questi il deputato Alfonso Bonafede che è stato subito richiamato all'ordine dal collega M5S Luigi Di Maio, presidente di turno dell'Assemblea.

Le perplessità sui candidati - La mossa di Bruno, in fondo, non sorprende. Le sue quotazioni erano in forte calo e circolano sempre i nomi di Maurizio Paniz e Giovanni Guzzetta, ma in molti, tra le file forziste, scommettono che c'è un altro candidato, forse un outsider, che ha in mente solo Silvio Berlusconi e per ora resterà coperto. Almeno, fino a quando il Pd non darà segnali sul cambio di cavallo per Violante. Nei capannelli forzisti non si parla d'altro: ''Chi sarà il sostituto di Bruno? Ma soprattutto, la vera notizia è: perché il Pd non insiste più ufficialmente sulla candidatura Violante?''.

Dentro Fi molti si lamentano del mancato appoggio della Lega, forse dovuto a una strategia sbagliata, soprattutto sul Csm, perché nessuno avrebbe mai cercato fino in fondo un'intesa con il partito di Matteo Salvini.

Anche Bruno, raccontano, avrebbe fatto notare ai suoi che pesa l'assenza di un accordo con il Carroccio, ago della bilancia nel computo finale, con i suoi 36 voti determinanti tra Camera e Senato. ''Non c'è nessun accordo con noi, per mancanza di interlocutori seri'', conferma il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. ''Non hanno mai voluto ascoltarci sul Csm'', confida un altro big leghista.

In queste ore circola con insistenza una versione sullo stallo attuale (che non trova conferma ufficiale), secondo la quale, sin dall'inizio, il ticket Violante-Bruno partiva debole e Matteo Renzi e il Cav erano consapevoli da subito che sarebbe caduto sotto i colpi delle rispettive fronde interne. ''Il tandem è stato fatto rosolare per benino e ora è il momento di cambiare cavallo'', dice a mezza bocca un autorevole esponente azzurro.

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