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Renzi: ''In primavera il paese ripartirà''

28 ottobre 2014 | 17.57
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Il premier in un'intervista al settimanale 'Oggi': ''Vogliamo tenere aperte le fabbriche e non occuparle come minaccia il sindacato''. E ribadisce che il suo impegno in politica è a tempo determinato: ''Tra qualche anno mi vedo a fare qualcos'altro''. Manovra, Renzi ai sindacati: "Nessuno pensi di trattare"

Renzi incontra Vincenzo Nibali, vincitore del Tour de France (Flickr/Palazzo Chigi)
Renzi incontra Vincenzo Nibali, vincitore del Tour de France (Flickr/Palazzo Chigi)

''Non bastano sei mesi, ma certo già la prossima primavera vedremo il Paese ripartire, dopo troppo tempo di palude e di stagno". E' la previsione del premier Matteo Renzi, in un'intervista al settimanale 'Oggi', in edicola con un'edizione speciale dedicata ai suoi 75 anni.

"Come governo ci siamo dati un orizzonte di mille giorni, per dire che le riforme di cui abbiamo bisogno sono profonde e coraggiose e non per guadagnare tempo. Ma i cambiamenti che abbiamo messo in campo e che stiamo realizzando, dal lavoro alla giustizia, dall'economia al ridisegno delle nostre istituzioni, cominceranno presto a dispiegare i loro effetti".

"La nostra corsa la dobbiamo fare sulla Germania, sul gruppo di testa, e non sul fanalino di coda. Vedo un futuro all'altezza della nostra ambizione", dice il premier. Poi una stoccata al sindacato. "Vogliamo tenere aperte le fabbriche e non occuparle, perché l'occupazione di cui hanno bisogno i nostri lavoratori non è quella che minaccia il sindacato", dice riferendosi alle parole del leader della Fiom Maurizio Landini.

Renzi esclude, ancora una volta, di puntare alle elezioni anticipate nel 2015 ("No. Si vota nel 2018") e ribadisce che il suo impegno in politica è a tempo determinato. "Non penso alla politica come a una condanna a vita -aggiunge- come una professione buona per tutte le stagioni. Penso sia una passione, un servizio e un impegno. Che è a tempo come responsabilità, per cui tra qualche anno mi vedo magari a fare qualcos'altro. Ma prima c'è da cambiare l'Italia. Cosa vorrei si dicesse di me nei libri di storia? Preferirei che si dicesse nei libri di geografia che l'Italia è tornata sulla mappa".

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