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"La casa non si tocca", sit-in M5S a Palazzo Chigi per chiedere il ritiro del decreto mutui

09 marzo 2016 | 12.31
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La protesta del M5S (Adnkronos)
La protesta del M5S (Adnkronos)

Sit-in dei parlamentari M5s a due passi dal portone di ingresso di Palazzo Chigi per chiedere al governo il ritiro del decreto che recepisce la direttiva Ue sui mutui. I grillini hanno srotolato uno striscione con su scritto: "Palazzo Chigi pignorato da Banca Etruria".

"Noi pensiamo alle case dei cittadini - afferma Alessandro Di Battista - il premier abusivo, non votato dai cittadini, pensa solo agli interessi delle banche. Via questo decreto vergogna". "Questo - ha aggiunto - non è Palazzo Chigi ma banca Chigi. Qui si è trasferito il cda dei principali istituti finanziari".

La delegazione di parlamentari 5 Stelle, piuttosto corposa, ha lasciato Montecitorio e si è diretta a Chigi. Ad allargarne le fila, anche alcuni senatori arrivati da Palazzo Madama. I parlamentari grillini sono arrivati a due passi dal portone di ingresso, e oltre a srotolare lo striscione ognuno ha mostrato dei cartelli con su scritto 'ritirate il decreto'; 'la casa non si tocca'.

"Pagassero i debiti o gli pignoriamo Palazzo Chigi - ha esordito Di Battista - in tre anni hanno fatto ben 6 decreti a favore delle banche, agli italiani non pensano. Noi siamo l'esatto opposto di questo governo, ci tagliamo gli stipendi pur di aiutare i cittadini. Vogliono mettere le mani sulle case degli italiani, quando andrebbero pignorati Palazzo Chigi e le sedi del Pd che non pagano".

"Questo governo - gli hanno fatto eco Daniele Pesco e Alessio Villarosa - va a favore delle banche e contro gli interessi dei cittadini, mentre dobbiamo dare l'opportunità di pagare il mutuo anche a coloro che sono in difficoltà. Ci accusano di voler strumentalizzare questa vicenda, quando sono loro che hanno forzato una direttiva Ue per mettere le mani sulle case degli italiani".

Il dlgs sui mutui oggi dovrebbe incassare l'ok da parte delle commissioni Finanze di Camera e Senato. Per i 5 Stelle le modifiche apportate non sono sufficienti.

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