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Renzi a Preci: "Ricostruiremo tutto, nessuna deportazione"

Matteo Renzi con il sindaco di Preci (AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)
Matteo Renzi con il sindaco di Preci (AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)
01 novembre 2016 | 15.50
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Matteo Renzi a Preci. Strette alcune mani, il presidente del Consiglio - in visita privata nelle zone colpite dal terremoto insieme alla moglie Agnese - si è subito diretto verso un'anziana donna che, insieme al nipotino e al cane, stava attendendo il suo arrivo, e con lei ha scambiato qualche parola, ribadendo "Ricostruiremo tutto in tempi veloci".

Accompagnato anche dalla governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini, e dal sindaco del paese del perugino Pietro Emili, il premier si è poi diretto verso la chiesa di Preci, dove il vescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardosi, ha celebrato una messa per Ognissanti.

"Lasciateci restare qui. Certo che non si possono accontentare tutti, questo fa parte anche della realtà umana, ma io devo dare atto alla mia gente della capacità di tenere, di avere pazienza, di solidarietà, di organizzazione, di gestione dell'emergenza". Così Don Luciano Avenati, il parroco di Preci, parlando al presidente del Consiglio.

Il sacerdote ha spiegato: "Le tre comunità di questa valle, di Ancarano, Campi e Preci, il popolo, pur con tutto l'aiuto dello Stato, si è organizzato da solo, grazie a Dio avendo strutture che già esistevano o che erano state realizzate durante l'estate. State tranquilli - ha concluso - siamo capaci di rimanere, almeno un po', per dire che qui la vita c'è. Se andiamo via tutti invece la vita muore".

"Chiedono tutti di restare il più possibile qui, è comprensibile. Nessuno del resto immagina una deportazione", ha detto Renzi, rispondendo alle domande dei cronisti dopo aver partecipato alla messa.

"Cercheremo di trovare soluzioni coinvolgendo anche i sindaci, ci vuole tanta energia, decisione", ha detto il premier facendo riferimento anche alle richieste di chi non vuole abbandonare il proprio paese d'origine, in attesa dell'arrivo delle casette di legno, per le quali, ha ricordato il presidente del Consiglio, ci vogliono sei-sette mesi.

"Loro - ha aggiunto Renzi riferendosi agli allevatori, che non intendono abbandonare gli animali per trasferirsi negli alberghi sulla costa destinati ad ospitare gli sfollati - comprensibilmente vogliono delle soluzioni ponte prima dell'arrivo delle casette di legno. L'obiettivo è studiare moduli che possano essere messi subito". Insomma, ha assicurato, per gli allevatori cercheremo di studiare "soluzioni ad hoc perché possano non allontanarsi".

"Noi abbiamo messo a disposizione alcuni alberghi perché gli alberghi qui non ci sono - ha precisato Renzi - Sono ovviamente da un lato al mare e dall'altro qui al Trasimeno, però la distanza è di un'ora, un'ora e un quarto e ci sono tante preoccupazioni. La prima è quella di cosa succederà alla casa, della lontananza, noi abbiamo portato molti più carabinieri e poliziotti ma è fisiologico che ci sia questa preoccupazione".

"Noi faremo tra giovedì e venerdì il decreto legge immediato, tutti insieme cercheremo delle soluzioni coinvolgendo i sindaci. Il nostro obiettivo è quello di fare le cose insieme. Detto questo, ci vuole tanta energia, decisione, forza da parte nostra, ma c'è anche la consapevolezza che questa è una sfida affatto facile".

"Vorrei che non sfuggisse a nessuno l'entità del sisma di cui parliamo. Noi siamo sollevati, non felici ma sollevati, che non ci siano morti. Ed è un mezzo miracolo che non ce ne siano perché abbiamo avuto un terremoto 6.5 che è il peggiore dai tempi dell'Irpinia, che ha fatto tantissimi morti", ha continuato.

"Siamo in presenza di una situazione in cui è vero che alcune strutture sono state lesionate - ha aggiunto - ma meno male che siamo in una realtà che era stata ricostruita in un certo modo, altrimenti, se fosse successo altrove, conteremmo i morti".

"Dovremo ricostruire le case e le chiese. San Benedetto, a Norcia, è il patrono d'Europa - ha sottolineato - ma oggi non è più solo il patrono ma il simbolo d'Europa, e l'Europa va ricostruita esattamente come va ricostruita quella chiesa". "Un pezzettino alla volta ricostruiremo tutto - ha aggiunto - senza promettere miracoli perché chi promette miracoli alimenta false aspettative quindi io sono qui per dire non che sarà facile, che sarà lunga ma lo faremo tutti insieme".

"E' evidente - ha detto ancora il premier - che la popolazione vive una fase di grandissima difficoltà e grandissimo stress, è normale, sarebbe assurdo il contrario. Chi di noi ha sentito il terremoto lo ha sentito lontano centinaia di chilometri e ha avuto paura. Bene provate a pensare cosa significa per parte della popolazione stare due mesi con scosse continue, in alcuni casi, con le case inagibili, quindi è naturale che la prima emergenza è quella psicologica".

"Poi - ha aggiunto - ci sarà quella della ricostruzione e ci vorrà tempo, ma ce la faremo. Dovremo fare le cose nel modo più serio e lo faremo, faremo con le procedure la velocizzazione delle regole, andremo quindi molto più rapidamente di come sarebbe stato previsto, ma ci vorrà comunque tanto tempo, però oggi la priorità è la ricostruzione dal punto di vista psicologico. Tutta l'Italia deve sentirsi vicina a questa terra., ad Amatrice, Arquata, Camerino".

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