"Per stendere Renzi bisogna sparargli". Così s'intitola l'articolo a firma di Vittorio Feltri, con cui 'Libero' apre in prima pagina, che ha suscitato l'indignazione del Partito Democratico. Un lungo editoriale in cui il direttore del quotidiano sostiene che non sarà facile "buttare fuori dalla segreteria del Pd" l'ex premier Matteo Renzi. "Questa è la realtà. Renzi è inamovibile - scrive Feltri - Ai dem toccherà tenerselo fino al prossimo congresso". Ma a scatenare le dure reazioni degli esponenti dem è stata, come accaduto già in passato, la scelta del titolo. "Per troppi ormai è scontato che la politica sia sinonimo di violenza e barbarie. Per noi no", scrive il Pd su Twitter. "Ormai si è perso il senso delle parole. Il titolo di oggi di @Libero_official è incitazione alla violenza che non ha precedenti", twitta il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato, lanciando l'hashtag #vergogna. Sulla stessa linea il capogruppo al Senato Luigi Zanda.
"Il titolo di apertura del quotidiano Libero è disgustoso. Un'incitazione squadrista alla violenza di simile portata contro Matteo Renzi, un leader che si esprime liberamente e fa campagna elettorale, non può essere ignorata", ha ribadito Zanda, chiedendo l'intervento non solo degli organi di controllo della stampa "per ristabilire la decenza del linguaggio, doverosa per in un Paese democratico" ma anche della magistratura. Chiamata in causa, la Federazione nazionale della stampa italiana è intervenuta sulla vicenda esprimendo la propria solidarietà: "Il titolo del quotidiano Libero su Matteo Renzi - scrive Fnsi in una nota - è istigazione alla violenza e incitamento all'odio. Non ha niente a che vedere con il giornalismo né può rappresentare esercizio del diritto di critica, sempre legittimo e insopprimibile, ma nel rispetto della dignità delle persone.
Intanto su Twitter è arrivata la replica ai dem di Feltri: "I piddini Rosato, Martina ed Esposito criticano un titolo senza averlo letto tutto e ignorano l'articolo. E pretendono di governare". Sui social invece sono tanti gli utenti che si sono scagliati contro il giornale. "@Libero_official e la nota funzione pedagogica dei media...Orrore", "Ma siamo seri? Questo titolo nel paese della mafia e della corruzione, dove i condannati si candidano, dovrebbe far ridere? È istigazione a delinquere, art. 414", "Denunciateli! È il minimo sindacale contro questa barbarie", si legge tra i vari commenti. Non è la prima volta che 'Libero' attira una valanga di critiche per la scelta di titoli discutibili. Nel febbraio scorso il quotidiano era stato accusato di sessismo per aver usato l'espressione "Patata bollente" in un articolo sulla sindaca di Roma Virginia Raggi.
Per troppi ormai è scontato che la politica sia sinonimo di violenza e barbarie.
— Partito Democratico (@pdnetwork) 8 novembre 2017
Per noi no. pic.twitter.com/vFPkWyQv38
I piddini Rosato, Martina ed Esposito criticano un titolo senza averlo letto tutto e ignorano l'articolo. E pretendono di governare.
— Vittorio Feltri (@vfeltri) 8 novembre 2017
Ormai si è perso il senso delle parole. Il titolo di oggi di @Libero_official è incitazione alla violenza che non ha precedenti #vergogna
— Ettore Rosato (@Ettore_Rosato) 8 novembre 2017
Denunciateli! È il minimo sindacale contro questa barbarie.
— Cinzia Emanuelli (@CinziaEmanuelli) 8 novembre 2017
Ma siamo seri? Forse questo titolo, @Libero_official, potrebbe far ridere in Canada dove se dai un pugno ad una persona ti chiede scusa lei, ma nel paese della mafia e della corruzione, dove i condannati si candidano, dovrebbe far ridere? È istigazione a delinquere, art. 414 pic.twitter.com/nKIQV0xuPr
— Marco, Dr. Puntastic (@1Natsu01) 8 novembre 2017