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Arte: Piero della Francesca, restauro urgente per 'Resurrezione'

21 novembre 2014 | 18.57
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Uno dei simboli della pittura rinascimentale è in stato di degrado, tanto che la pellicola pittorica si sta staccando. In oltre cinque secoli non è mai stato oggetto di cure significative. L'opera tornerà a risplendere grazie al 'mecenate' Aldo Osti e sarà affidata all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze

La 'Resurrezione' di Piero della Francesca
La 'Resurrezione' di Piero della Francesca

Al via il restauro del capolavoro assoluto di Piero della Francesca, "La Resurrezione", la magnifica pittura murale eseguita tra il 1450 e il 1463 e conservata nel Museo Civico di Sansepolcro (Arezzo). L'opera, che rappresenta uno dei simboli della pittura del primo Rinascimento, è in stato di degrado dovuto al passare del tempo, tanto che la pellicola pittorica si sta staccando. Negli oltre cinque secoli dalla sua creazione non è mai stata oggetto di un restauro significativo e la sua condizione richiede un autorevole intervento di restauro che sarà effettuato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e dalla Soprintendenza di Arezzo. L'intervento durerà circa un anno e mezzo (Fotogallery).

Il restauro agirà sulle complesse condizioni conservative e strutturali dell'opera, ma non solo: al centro dell’attenzione c’è la volontà di restituire la visione integrale della pittura e il suo completo apprezzamento. I restauratori effettueranno una accurata pulitura volta a eliminare i materiali di accumulo che si sono depositati nel corso dei secoli, oltre ad agire per arrestare il degrado procurato dai fenomeni di solfatazione e distacco degli intonaci, al fine di assicurare la conservazione per il futuro del capolavoro.

L'opera tornerà a risplendere grazie a un mecenate, Aldo Osti, 83 anni, ex dirigente della Buitoni, che ha finanziato il restauro con 100mila euro. Altri 40 mila euro sono stati stanziati dal Comune di Sansepolcro. Dopo una vita lavorativa passata nello stabilimento di pasta e biscotti di Sansepolcro, ora che vive in Svizzera, Osti, che ben conosce l'arte di Piero della Francesca , ha deciso di contribuire in maniera determinante all'opera di salvataggio "per far sì che opere come la Resurrezione passino alle future generazioni".

L'intervento sarà eseguito dall'Opificio delle Pietre dure di Firenze, sotto la supervisione di Cecilia Frosini, direttrice del settore conservazione dipinti murali. Il restauro dovrà rimuovere i sali che sono comparsi nell'intonaco, rendendolo particolarmente delicato.

Gli interventi di restauro, ha spiegato Frosini, sono particolarmente urgenti per via dei fenomeni di solfatazione e decoesione della pellicola pittorica e di distacco della pellicola pittorica e degli intonaco. I fenomeni di degrado riscontrati sono documentati da indagini scientifiche “non invasive”, già svolte negli anni passati e coordinate dall’Opificio, oltre che dall’esame autoptico della superficie. Fra i danneggiamenti evidenti sull’opera si evidenzia la presenza di rotture delle zone perimetrali che insistono in corrispondenza delle colonne corinzie, della base e della trabeazione della cornice.

Durante l’intero periodo del restauro, presumibilmente 18 mesi di lavoro, "La Resurrezione" resterà visibile al pubblico. Il cantiere sarà allestito con un ponteggio innovativo e funzionale che consentirà al pubblico di seguire i lavori di restauro e ammirare, nel work-in-progress, il capolavoro di Piero della Francesca.

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