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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

29 settembre 2016 | 11.00
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Abbiamo fatto un buon lavoro, dando risposte ai pensionati e ai pensionandi. Mi aspettavo di più? Si chiede sempre di più, ma poi bisogna fare i conti con la realtà, stare con i piedi per terra". Ivan Pedretti, segretario dello Spi Cgil, intervistato da 'L'Unità', è reduce dalla maratona pensioni che non è ancora finita.

"E' un primo passo -conclude- ce ne saranno altri. Comunque abbiamo iniziato a superare la legge Fornero".

"E' un accordo sicuramente importante. Un anno fa in pochi ci avrebbero creduto". La leader della Cisl Annamaria Furlan, intervistata da 'L'Unità' non nasconde la sua soddisfazione dopo l’incontro con il governo.

"E' importante -continua- che si siano trovati percorsi condivisi, che rispondono ai bisogni di tre generazioni: i giovani, i meno giovani ma non ancora in pensione ed i pensionati. In pochi ci credevano, ma noi ci siamo dati da fare e ci siamo impegnati a fondo in questi mesi. Alcune iniquità assurde -conclude- della riforma Fornero siamo riuscite a recuperarle: in primis il concetto che non tutti i lavori sono uguali, così come non tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori sono uguali".

"Siamo vicini al referendum. E le misure della legge di Bilancio saranno valide nel 2017, l’anno prima del voto per le Politiche. Sarebbe arduo attendersi quelle scelte difficili di cui il Paese ha bisogno. Ma stiamo perdendo tempo e di tempo ne abbiamo sempre meno". Così, intervistato dal 'Corriere della Sera', Nicola Rossi, ex senatore Pd, professore di Politica economica all’università romana di Tor Vergata.

Secondo Rossi "la riduzione del carico fiscale va salutata con entusiasmo. Ma non se viene fatta a debito perché sposta un problema senza risolverlo: domani pagherò quello che sto facendo oggi".

"L’Italia era uno dei Paesi più indietro su questo aspetto. La presenza femminile cresceva più o meno dell’1 per cento ogni dieci anni, c’era bisogno di una misura choc, che peraltro persino la pioniera Norvegia aveva adottato. E tra i risultati che abbiamo potuto misurare in questi anni, al di là del numero delle donne nei cda, ci sono anche le risposte positive dei mercati, l’abbassamento dell’età media e il miglioramento della qualità anche per quanto riguarda gli uomini". Così, in un intervento sul 'Corriere della Sera', Paola Profeta, 44 anni, che insegna Scienza delle finanze alla Bocconi e da anni studia la presenza delle donne in aziende e istituzioni.

"Insomma, una crescita di rendimento. Sono gli effetti positivi -conclude-della competizione, non si tratta di donne piazzate su una poltrona".

"Matteo Renzi fa bene a usare toni duri con Bruxelles e Berlino perché deve tutelare gli interessi dell’Italia quando vengono minacciati da scelte contrarie al bene comune europeo". Così, intervistato da 'La Stampa' Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia nel 2001.

"Renzi fa bene -continua l'economista- a tenere le sue posizioni con Bruxelles e Berlino. Non vuol dire che ritengo giusta ogni scelta del premier, ma se lui le ritiene tali fa bene a essere fermo con gli interlocutori continentali. Non tutto ciò che dicono loro è verbo".

"Il Paese ha bisogno di un segnale chiaro nella direzione di una concreta e generalizzata riduzione della pressione fiscale. Ma serve un cambio di passo culturale rispetto alle diverse politiche economiche che si sono susseguite fino ad oggi". Così, intervistato dal 'Sole 24 ore', il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

"Per questo, invece di continuare con interventi mirati e incentivi settoriali -conclude Sangalli- sarebbe molto più utile ridurre l’Irpef".

"Stiamo mettendo sul groppone di milioni di giovani disoccupati o sottopagati altri 6 miliardi di euro (a debito) per pensionati che, in alcuni casi, non hanno mai versato contributi. Senza contare che dal bilancio 2015 emerge che lo Stato ha speso 95 miliardi per pagare tutte le varie forme di assistenza (pensioni sociali, integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali, 14esima mensilità e così via...)". Così, intervistato da 'Avvenire', Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Welfare e adesso coordinatore del centro studi e ricerche "Itinerari previdenziali", sull'intervento del governo sulle pensioni.

"E' una somma -continua- che viene prelevata dalle tasche di chi lavora e paga regolarmente le tasse. E si tratta quasi di una minoranza".

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