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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

15 settembre 2017 | 10.34
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola oggi i dati sull'occupazione e il dibattito sulla Ue e sullo ius soli.

In un'intervista al 'Corriere della sera', il presidente dell'Inps, Tito Boeri, spiega che gli sgravi contributivi ai giovani neoassunti "sono efficaci se sono significativi e visibili e se vengono percepiti come duraturi, strutturali; i tagli limitati o troppo complessi alla fine sprecano risorse". "Troviamo un modo - suggerisce - in cui le due misure, sgravi ai giovani e incentivi agli investimenti in tecnologie, si parlino: le imprese che investono in formazione, per esempio, possono aver diritto a una decontribuzione più forte. È un modo di promuovere la complementarietà fra lavoro e capitale, anziché spingere le imprese a sostituire il lavoro con i robot". Per Boeri, inoltre, serve "una riforma della contrattazione e una revisione dei meccanismi della rappresentanza, non solo dei sindacati, anche dei datori di lavoro". E aggiunge: "Abbiamo dei giovani molto qualificati che hanno potenzialmente un mercato internazionale e in Italia sono pagati molto meno che altrove. Di qui la fuga all’estero. Dovremmo permettere che la contrattazione valorizzi queste competenze e riduca il mismatch: abbiamo il record dei lavoratori sbagliati al posto sbagliato".

Quanto al dibattito sulla revisione dei meccanismi per la pensione, lo definisce "surreale, e lo è proprio perché parte dalla presa d’atto che ci sono aree di enorme difficoltà sul mercato del lavoro per i giovani e per le donne". "I problemi pensionistici - afferma - nascono da qui. È una questione che si riverbera sulle pensioni future, certo, ma va affrontata oggi facilitando l’accesso al lavoro di questi giovani e delle donne. Bene che la legge di bilancio si impegni su questo obiettivo. Non per cambiare le regole pensionistiche".

'Libero' dedica un focus al tema della formazione e intervista il presidente Inapp, Stefano Sacchi: "Laurearsi serve, anche a prescindere dall’ambito disciplinare del titolo di studio. Soprattutto con la crisi, il mercato del lavoro italiano è afflitto dal problema del lavoro sotto-qualificato e sotto-inquadrato, che sconta una non corrispondenza tra il profilo di studi e la posizione raggiunta".

A 'Libero', inoltre, Giuseppe Bertagna, ordinario di scienze umane e sociali all’Università di Bergamo, spiega: "I master devono stare a un percorso di studi triennale o quinquennale come una tessera professionalmente specialistica sta a un puzzle più generalista. Con la differenza che estendendo la tessera in profondità, si deve scoprire quanto il particolare non esiste senza il senso del generale, e viceversa".

Sempre a 'Libero', Alberto Salleo, docente di scienza dei materiali e ingegneria a Stanford, sottolinea: "Guardando al futuro, c'è chi pensa che entreremo in un regime di educazione continua ove la forza lavoro ogni tot anni troverà utile riqualificarsi con un mini-master in un campo circoscritto utile al proprio compito".

In tema di fuga di cervelli, 'Repubblica' intervista Mara Squicciarini, 31 anni, di Altamura, assistant professor alla Bocconi dall’1 settembre, tornata in Italia dopo nove anni all’estero: "Ho imparato tanto, ho lavorato con professori e ricercatori di tanti paesi diversi, costruito rapporti fantastici, ma ho accettato l’offerta della Bocconi perché è un’istituzione che non ha niente da invidiare alle migliori università europee e americane, e poi è bello tornare in Italia".

'Avvenire' intervista la grossetana Michela Ciarpi, fresca di laurea presso l’Isia Roma Design, che ha progettato Famulo, il deambulatore assistente grazie alla tecnologia digitale: "La gratificazione maggiore in questo processo a catena è stata quella di lasciarmi coinvolgere nel vivere i disagi di una generazione molto lontana dalla mia e di confrontarmi con le paure che, indipendentemente dall’età, toccano tutti noi".

Sul fronte Ue, in un'intervista ad 'Avvenire': il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, dichiara: "Serve una vera politica industriale, intervenire sull’accesso al credito, ridurre il cuneo fiscale, aiutare le imprese che assumono i giovani, pagare i debiti pregressi della Pa verso le imprese. Serve, come in tutta Europa, una politica commerciale che difenda le imprese, finalmente vedo che si vuole rafforzare il controllo sugli investimenti extra-Ue. Serve soprattutto una strategia contro la disoccupazione giovanile, ma senza rafforzare l’impresa non si creano posti di lavoro".

A far sentire la voce delle imprese, intervistato da 'Qn', è il segretario generale della Cna, Sergio Silvestrini: "Vogliamo diventare i cani da guardia della sburocratizzazione della pubblica amministrazione per far sì che le imprese possano più consapevolmente fruire dei diritti nei confronti degli uffici pubblici. L’intento è quello di organizzare la più grande banca dati nazionale sul funzionamento degli uffici pubblici nel rapporto con le piccole imprese".

In un intervento sulla 'Stampa', Sandro Gozi, sottosegretario alle Politiche e Affari europei, scrive: "Nel gestire la Brexit dovremo impegnarci per rendere l’Unione ancora più vicina ai cittadini, più democratica, più efficace. E’ quello che stiamo facendo, come ieri, nel discorso sullo Stato dell’Unione, il presidente Juncker ha riconosciuto, riprendendo molte delle proposte italiane per il futuro dell’Unione".

E in un'intervista ad 'Avvenire' Gozi spiega: "Per noi la questione del superministro della zona euro è secondaria: ben venga se ha risorse vere per gli investimenti e la crescita, non ci stiamo se è una sorta di controllore ancora più rigido delle regole cieche e stupide dell’austerità. Lo stesso dicasi per il Fondo monetario europeo: se accompagna le riforme con gli investimenti, benissimo; se diventa il supervisore dei bilanci nazionali, lasciamo stare".

E sul 'Sole 24 ore' l'economista Alberto Quadrio Curzio scrive che "il discorso sullo Stato dell’Unione è molto apprezzabile perché conferma la visione del solido europeismo di Juncker. Mancano però proposte per un’Eurozona rafforzata ma non (sostanzialmente) ridotta al binomio francotedesco del quale bisogna però tenere conto. L’Eurozona è forte esclusivamente per la moneta unica (gestita da Draghi) ma dovrebbe essere completata almeno da una Istituzione finanziaria (quale un rinnovato Esm) capace di esprimere un forza di sviluppo per l’economia reale, per la difesa comune, per l’azione extraeuropea".

Sul tema dello ius soli 'Repubblica' intervista l'ex premier Romano Prodi: "Io penso che se la linea di un’assurda chiusura sulla cittadinanza verrà a dominare, se ciò avverrà, allora la gente finirà per votare per l’originale e non per la copia. Insomma, non credo affatto che abbandonare una propria linea a motivo delle indagini demoscopiche sia un fatto positivo".

A 'Repubblica', Christopher Hein, docente di diritto e politiche dell’immigrazione alla Luiss, dice: "Non ci sono prove che il governo italiano tratti direttamente con le milizie libiche. Ma una cosa è certa: il crollo degli sbarchi da luglio a oggi richiede ancora delle spiegazioni. Per i trafficanti la priorità non è portare i migranti in Italia, ma fare soldi. E questi si possono ottenere in vari modi".

Sul fronte bancario, intervistato dal 'Corriere della sera', Gian Carlo Sangalli, senatore del Pd e storico segretario generale della Confartigianato dal 1994 al 2008, afferma: "Onestamente mi sento di dire che in Italia il sistema della vigilanza ha generalmente funzionato. Dopo il colpo del 2008, quando si scoprì che con il risparmio si faceva la finanza, a differenza degli Sati Uniti, della Gran Bretagna e della Germania, qui da noi in Italia la crisi non è stata così profonda".

Al 'Sole 24 ore', Victor Massiah, ceo di Ubi banca, dice: "Complessivamente il mio giudizio è positivo. Abbiamo molte regole, forse troppe, demandate a soggetti diversi e talvolta con un effetto prociclico, ma sono sotto gli occhi di tutti le ricadute sulla solidità del sistema bancario globale e pure su quello produttivo: rispetto a dieci anni fa abbiamo molte meno banche e molte meno aziende sottocapitalizzate, la sostenibilità è diventata un riferimento per tutti".

Con 'Mf', l’amministratore delegato di Carige, Paolo Fiorentino, avverte che "ci sono gap importanti a livello di produttività: dobbiamo assecondare i cambiamenti del modello di servizio, che significa anche cavalcare l’evoluzione del settore verso l’information technology".

In un'intervista d 'Avvenire', l’economista Antonio Maria Costa spiega che "la criminalità riesce ad avere una grande influenza sulle più grandi banche del mondo: con la crisi finanziaria del 2008 le mafie hanno immesso nel sistema bancario una grande quantità di liquidità contribuendo a salvare, in un certo senso, il sistema. L’interazione crimine, finanza e politica è universale".

Alla 'Stampa', Federico De Raho, procuratore di Reggio Calabria, parla delle 'donne coraggio' che escono dalla mafia: "Io sono convinto che lo Stato dovrebbe trovare un modo per garantire una nuova identità a queste donne, una copertura e una forma di assistenza sociale. Non devono essere lasciate sole. Devono avere un tetto, un posto sicuro e un nuovo documento. Devono poter vivere un’altra vita".

In tema di femminicidio, alla 'Stampa', Giulia Bongiorno, avvocatessa, fondatrice di 'Doppia difesa', afferma: "Ci vuole un alto commissariato per la violenza contro le donne, un’autorità nazionale come per la corruzione o la privacy, che abbia poteri d’intervento immediato".

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