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Germania: Napoleoni, attacco 'simbolico' al cuore cristiano e europeo

20 dicembre 2016 | 15.17
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Loretta Napoleoni
Loretta Napoleoni

"Un obiettivo certo non casuale: così come a Nizza l'attentato fu compiuto nel giorno della presa della Bastiglia, emblema della nascita della Francia, ieri a Berlino, cuore dell'Europa e patria di un simbolo del Natale, l'albero, è stato colpito un mercatino che in Germania è un'istituzione. E per di più sotto la chiesa, nei pressi della Kurfuerstendamm, intitolata al Kaiser Guglielmo. Un edificio simbolo, per tutta la Germania e per tutta l'Europa, della tragedia della seconda guerra mondiale". Così Loretta Napoleoni, economista ed esperta di terrorismo, commenta con Labitalia l'attacco a Berlino.

"Quello che questi elementi ci dicono -spiega Napoleoni della quale sta per uscire in Italia (il 19 gennaio) per i tipi della Rizzoli 'Mercanti di uomini' che parla del traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo- è che dietro questi attentati non ci sono solo 'psicopatici', ma c'è un network organizzato, un ragionamento che prima non c'era".

La linea di demarcazione, spiega Napoleoni "risale a sei mesi fa". "Da circa sei mesi infatti -spiega-il messaggio dell'Is rivolto ai foreign fighters è cambiato. Prima l'esercito del Califfato diceva: 'Venite qua ed unitevi a noi'. Adesso dice: 'Rimanete lì dove siete e fate attentati'".

"La narrativa è cambiata -aggiunge Napoleoni- perchè in questi mesi lo Stato Islamico è sotto un pesante attacco, ha perso il controllo di ampi territori e si sta restringendo. E allora come rilanciare un'immagine appannata? Attraverso questi attacchi 'spettacolari' che non a caso, a differenza di quanto avveniva in passato, vengono immediatamente rivendicati dall'Is".

"Ma i rifugiati non c'entrano niente -avverte l'esperta-. Se si va a guardare nel dettaglio, gli attentatori delle varie azioni dell'ultimo periodo sono tutti venuti in Europa dopo l'invasione dell'Iraq nel 2003, ossia in un periodo di crisi economica profonda in cui l'integrazione è stata impossibile e che ha creato le condizioni ottimali per il reclutamento tra i seguaci del Califfo".

Si torna dunque al Medio Oriente, ai suoi conflitti e agli interventi armati anche occidentali, come causa del terrorismo di matrice islamica. E la soluzione del problema non è immediata, spiega Napoleoni. "La soluzione deve essere di lungo periodo e deve essere l'integrazione delle comunità musulmane. Se queste fossero già altamente integrate, i terroristi che nascono e crescono al loro interno avrebbero molti problemi, forse ne sarebbero espulsi".

La lotta a questo terrorismo, poi, annota Napoleoni "ci deve abituare a ragionare in modo diverso dal passato". "Abbiamo conosciuto le Brigate Rosse, tanto per citare un'organizzazione terroristica, che aveva una sua organizzazione con cellule, all'interno delle quali era possibile infiltrarsi".

Questi terroristi invece "hanno Internet, le cellule comunicano sulla rete, le persone non si incontrano più, e diventa più difficile catturarli". "Bisogna lavorare molto di intelligence informatica. E farla finita con gli attacchi razzisti ai rifugiati che peggiorano solo la situazione", conclude Napoleoni.

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