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Taxi: Kpmg, da liberalizzazione più costi che benefici

31 maggio 2017 | 16.52
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Un momento della presentazione dello studio
Un momento della presentazione dello studio

L’auspicata diminuzione di prezzo derivante dall’eventuale apertura del mercato della 'mobilità non di linea' (taxi, Ncc) a nuovi operatori è bassa (-1,6 euro su una corsa media pari a 15 euro), e comunque non sufficiente a incrementare il bacino di utenti (+0,2%). Oltretutto, questo (piccolo) beneficio non è distribuito equamente tra tutte le categorie di consumatori, ma esclusivamente su quella business. Nel caso di apertura, gli operatori del settore, già in equilibrio 'precario', subirebbero questo ulteriore ribasso di prezzo che impatta negativamente e significativamente sul risultato netto (-20,5%). E' quanto emerge dallo studio realizzato da Kpmg Advisory Spa su 'L’impatto dell’innovazione sulla mobilità non di linea. Regole, mercato e Finanza Pubblica'.

Lo studio, che ha avuto il supporto dell’Unione dei Radiotaxi d’Italia ed è stata sostenuta dalla Cooperativa Radiotaxi 3570, è stato presentato oggi a Roma. La segmentazione della domanda taxi in Italia, spiega lo studio, è la seguente: 65% business, 25% privati e famiglie, 10% turismo. A fronte di questa domanda, l’offerta è composta da taxi (servizio obbligatorio di natura pubbica), Ncc (servizio di interesse pubblico sottoposto a regime di autorizzazione), altre forme recenti (basate sullo sviluppo tecnologico e sulla c.d. sharing economy, come piattaforme digitali, car sharing, car pooling).

L’offerta di taxi a Roma e Milano è in linea (con poche eccezioni) con quella delle altre principali città europee, sia in termini di numerosità, sia in termini di tariffe. La domanda di taxi non è maggiore dell’offerta. Il numero di licenze (Roma e Milano) è aumentato del 21.4% dal 2003, a fronte di una domanda potenziale aumentata del solo 11.3%.

Secondo Loreno Bittarelli, presidente di Uri - Unione dei Radiotaxi d'Italia e presidente della Cooperativa Radiotaxi 3570, "si parla sempre del nostro settore come se fosse il problema per eccellenza del Paese, senza ricordare due aspetti importanti: si tratta di un servizio pubblico e, nonostante la sua natura, non costa nulla alla collettività".

"Non solo: senza alcun sostegno scientifico, si sostiene che la liberalizzazione del mercato aumenterebbe la crescita occupazionale comportando un abbattimento della tariffa e, pertanto, un vantaggio per il consumatore. Per questi motivi, abbiamo deciso di affrontare l'argomento in modo rigoroso, affinché dati e numeri possano essere un valido strumento di riflessione in caso di riordino della materia", aggiunge.

E, in conclusione, per Alessandro Carpinella di Kpmg Advisory Spa, "la nostra qualificazione ci porta a un confronto quotidiano con mercati fortemente regolati, che arrivano a una normativa basata su analisi di altissimo livello scientifico". "Nell'affrontare questo settore siamo stati colpiti dalla totale assenza di un qualsiasi riferimento numerico e da come il tema venga trattato con estrema superficialità. Il nostro studio vuole prendere sul serio il tema e lo schema argomentativo su cui è costruito il dibattito sul trasporto non di linea", conclude.

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