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Lavoro: Jobpricing, più donne occupate, ma guadagnano meno di uomini (-11,2%)

04 settembre 2017 | 12.16
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Lavoro: Jobpricing, più donne occupate, ma guadagnano meno di uomini (-11,2%)

In Italia oggi la popolazione lavorativa femminile è tuttora in percentuale più ristretta di quella maschile (tassi di occupazione rispettivamente del 47,2% e del 65,5%), a causa della tradizione e della cultura del nostro paese, mentre il tasso di disoccupazione è solo lievemente superiore per le donne (12,7% vs 11,3%). Tuttavia si può notare che nel mercato del lavoro italiano il numero di donne occupate sta crescendo (+6,5%). E' quanto emerge sul 'Gender Gap', e cioè la disuguaglianza tra uomini e donne in merito ad aspetti della vita economica, lavorativa e sociale, dal 'Gender Gap Report 2017', realizzato dall'osservatorio JobPricing, in collaborazione con HRC, la community dei professionisti delle risorse umane.

A livello mondiale le disparità di genere, spiegano da Jobpricing, "sono misurate e condivise dal World Economic Forum attraverso il Global Gender Gap Report: dal 2006 al 2016, è stato registrato un restringimento del gender gap nel mondo, soprattutto per quanto concerne le sfere attinenti alla salute, all’aspettativa di vita e al livello di istruzione. L’Italia si posiziona al 50° posto su 144 Paesi analizzati, colmando solo al 72% circa il divario di genere e peggiorando il 41° posto registrato l’anno precedente, in particolare a causa dell'indicatore relativo alla partecipazione ed opportunità economiche (siamo al 127° posto per quanto riguarda l’ aspetto della differenza di retribuzione a parità di ruolo)".

Le retribuzioni medie a livello nazionale registrate dall'osservatorio JobPricing sono pari a 30.676 euro per gli uomini e pari a 27.228 euro per le donne, con un divario di 12,7 punti percentuali a favore dei primi (specularmente, le donne guadagnano il 11,2% in meno dei colleghi maschi).

Secondo il rapporto sulla Corporate Governance redatto dalla Consob, oggi le donne che hanno ricoperto un ruolo di consigliere all’interno dei CdA delle aziende quotate il Borsa sono il 30,3% (contro il 7,4% del 2011) e almeno una donna siede nel Board in 228 imprese quotate, sulle 230 totali quotate alla Borsa Italiana.

Il 40% delle posizioni manageriali (dirigenti e quadri) è donna, anche se queste ultime continuano ad essere inquadrate in maggioranza come impiegate (57%); gli operai sono nei due terzi uomini, spesso a causa della tipologia di lavoro svolta. Il divario retributivo maggiore si avverte proprio dove maggiore è la concentrazione maschile: il gap nello stipendio dei dirigenti è del 12,2% e in aumento rispetto all’anno precedente, per gli operai è del 12,9%, mentre è lievemente inferiore tra impiegati (11,7%) e ancora più contenuto e in diminuzione nel caso dei quadri (passa da 5% a 4,4%).

Il 'Gender Salary Gap' più elevato si trova all’interno del settore dei servizi in generale (e in quelli alla persona e finanziari in particolare), mentre nei settori edilizio e delle utilities le donne guadagnano in media più degli uomini. In questi casi è tuttavia determinante la composizione occupazionale: la presenza femminile è molto ristretta (non supera mai il 30%).

La differenza retributiva tra uomini e donne è più contenuta tra gli occupati che non hanno un titolo di studi universitario (circa l’80% della popolazione italiana), giustificato da un aumento solo negli ultimi anni della quota di donne laureate. A livello complessivo nazionale, infatti, gli uomini che hanno fatto l’università guadagnano il 33% in più delle donne con lo stesso grado di istruzione (dato giustificato dal fatto che hanno meno anni di carriera professionale e non sono ancora giunte all’apice della loro curva retributiva).

Nel complesso tutte le famiglie professionali presentano una RAL media superiore per gli uomini, con differenze più elevate tra i dirigenti, escludendo il Top Management.

"Sono in generale le funzioni legate allo staff (amministrazione, finanza e controllo, risorse umane, IT, segreteria e servizi generali) ad evidenziare una differenza di genere più consistente, in tutte le qualifiche. Le figure tecniche (prevalentemente riconducibili alle aree della qualità, ricerca e sviluppo, area tecnica e ruoli ad alto contenuto specialistico tecnologico) sono invece quelle meno interessate dalla disparità salariale tra i sessi", spiega Matteo Gallina, data manager JobPricing.

Infine, a parità di ruolo tra uomini e donne, solo nel 20% dei casi sono quest’ultime ad avere una retribuzione media più alta.

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