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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

07 dicembre 2017 | 10.20
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"È andata come volevo io. Tolte le obiezioni sollevate dal presidente Casini, diciamo che siamo stati tutti d' accordo. Si ascolteranno tutti. Padoan, Visco, Vegas, l' ex ad di Unicredit Ghizzoni, Deutsche Bank. Tutti, senza veti né voti". Così, all' uscita dell' ufficio di presidenza della commissione sulle banche, Renato Brunetta al Corriere della Sera. " Sono sei anni che lavoro per arrivare a questa commissione d' inchiesta, sei anni che non dormo la notte se penso alle centinaia di migliaia di italiani finiti in miseria per quella maledetta estate del 2011, sei anni che penso al colpo di Stato". Perché, dice: "Abbiamo perso la nostra sovranità, ci è stata sottratta dai poteri finanziari che hanno speculato sul nostro debito sovrano. Se in gioco c' è la sovranità di un Paese come possiamo chiamarlo, se non colpo di Stato?".

Marcello Minenna, docente alla London Graduate School, parla con il Fatto Quotidiano della proposta della Commissione europea sui bilanci. "Siamo lontani dalla strada giusta per l' integrazione europea. Juncker è riuscito a scansare le proposte di Wolfgang Schäuble sulla ristrutturazione automatica dei debiti pubblici in caso di difficoltà, e a proporre forme di condivisione dei rischi per le crisi bancarie e una funzione di stabilizzazione contro gli choc finanziata da prestiti, supporti dai bilanci nazionali e contributi degli Stati. Ma manca l'ingrediente più importante: mutualizzare i rischi sui debiti pubblici. Qui il veto tedesco è troppo forte". Dovremmo invece proporre di "trasformare il fondo salvaStati in un garante del debito pubblico europeo. Gli Stati membri pagherebbero al fondo, man mano che il loro debito pubblico va in scadenza, un premio per assicurare il loro rischio differenziale rispetto a quello medio dell'Eurozona. In 10 anni il debito pubblico dell'eurozona sarebbe tutto sotto la gestione del fondo che con i proventi dei premi potrebbe rilanciare gli investimenti".

"Davanti a vicende come quella dell'Ilva viene da chiedersi perché l' Italia non riesca a uscire dai circoli viziosi che la imprigionano nemmeno quando l' urgenza dovrebbe dominare l'agenda pubblica, sollecitando istituzioni e rappresentanze a spezzare l'inerzia. Che cosa fa sì che si blocchi un processo decisionale coll'effetto di determinare un impoverimento irrecuperabile per il territorio in cui è ospitato quel grande impianto siderurgico e anche per il Paese? È ormai evidente che la bonifica dell' area industriale di Taranto si farà soltanto se lo stabilimento avrà un rilancio effettivo. Altrimenti quel territorio è destinato all' abbandono e alla desertificazione, come purtroppo indicano altre esperienze recenti. Lo scrive Giuseppe Berta sul Sole 24 Ore.

"L'antifascismo e la libertà di stampa sono due capisaldi della democrazia e deve essere chiaro che non sarà tollerato neppure il semplice tentativo di metterli sotto attacco". Così a 'La Repubblica' il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ribadisce la sua posizione e le ragioni della sua visita alla redazione subito dopo il blitz dei militanti di Forza nuova ieri nella sede del quotidiano. "La scelta di presentarmi di persona, come avrei fatto con qualunque altro quotidiano minacciato, serve a mettere un punto fermo - spiega - Qui c'è un confine che non può e non deve essere superato. E non lo sarà".

Nei giorni successivi alla tragedia, perquisendo la sede della Thyssen a Terni, la Guardia di Finanza trovò un appunto riservato: "Torino è una città dalla lunga tradizione sindacale comunista" dove i parenti delle vittime venivano descritti come persone che "passano di televisione in televisione e vengono rappresentati come degli eroi". Toni sprezzanti. "Mi sono tornati in mente in questi giorni" racconta a La Repubblica Sergio Chiamparino, all'epoca sindaco della città e oggi Presidente del Piemonte. "Perché -dice- leggere le cronache della vita dei condannati tedeschi che sono ancora a piede libero in Germania mi ricorda quell' atteggiamento dei vertici dell' azienda dopo la tragedia. Non mi stupisce ma mi dà fastidio".

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