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Alimenti: benessere e piacere, le due anime del caffè

22 aprile 2016 | 12.15
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Alimenti: benessere e piacere, le due anime del caffè

Un alleato del benessere e del piacere. E' il caffè, bevanda da degustare con tutti i sensi, e che consumata in quantità moderata, è una nota alleata del benessere, e che grazie alle sue note amare, può essere utile anche per ridurre la sensazione di appetito. Tuttavia secondo una ricerca internazionale dell’Institute for Scientific Information on Coffee (Isic ) condotta su 4.000 consumatori in 10 Paesi europei, 7 europei su 10 ritengono di seguire uno stile di vita salutare, ma più di metà degli intervistati non conosce quali benefici possano derivare dal consumo di questa bevanda.

A sottolineare l'importanza di un viaggio alla scoperta dei segreti e dei benefici della bevanda tanto amata dagli italiani è il Consorzio Promozione Caffè che ricorda: "Il caffè è un piacere da gustare con tutti i sensi, conviviale e allo stesso tempo intimo e personale, è tradizione ma anche innovazione, è gusto e contemporaneamente beneficio per il nostro organismo. Il caffè è tutto questo e molto di più. Indubbiamente può essere definito la bevanda nazionale degli Italiani: ben il 96,5% consuma caffè o bevande a base di caffè o che lo contengono, almeno saltuariamente".

“Gli amanti del caffè non sempre conoscono i benefici che un consumo corretto ed equilibrato di questa bevanda può apportare al benessere dell’organismo” afferma Patrick Hoffer, presidente del Consorzio Promozione Caffè. "L'alimentazione, i liquidi e l'esercizio fisico sono essenziali per il mantenimento di uno stato di benessere. 400mg di caffeina da varie fonti, l'equivalente di 5 tazzine di caffè al giorno, è coerente con uno stile di vita sano ed equilibrato” sottolinea Patrick Hoffer.

Eppure la conoscenza pubblica degli elementi che fanno parte di uno stile di vita sano è limitata e il 76% degli europei intervistati dall'Isic ha ammesso di aver bisogno di maggiori informazioni su salute e benessere.

E sul caffè Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista dell’Università Campus Biomedico di Roma, precisa: “Oltre ai ben conosciuti effetti della caffeina contenuta nel caffè sullo stato di vigilanza e concentrazione e sulle performance fisiche, tra i vari fronti della ricerca uno certamente molto sorprendente è quello relativo al nostro “secondo cervello”, l’intestino. Infatti si è scoperto che l'intestino possiede numerosissimi recettori del gusto amaro, che inviano segnali al cervello per ridurre l'appetito e rallentare lo svuotamento gastrico. Il caffè, ricchissimo di sostanze amare, potrebbe rivelarsi anche attraverso questa via un importante alleato della salute".

Piretta precisa che “da alcuni anni la ricerca scientifica ha infatti permesso di scoprire l'esistenza dei recettori del gusto lungo tutto il tratto intestinale e perfino sul pancreas. In particolare sono stati osservati i recettori del gusto dolce, del grasso e del gusto amaro", spiega.

"I recettori del gusto amaro sono decisamente più complessi e articolati, tanto da avere un famiglia di oltre 25 geni deputati alla loro espressione. Recenntemente si è messa in relazione la stimolazione di questi recettori con la produzione di alcune sostanze (come il GLP-1, Glucagon-Like Peptide-1 e la CCK, colecistochina, ormone gastrointestinale) che agiscono a livello del sistema nervoso centrale riducendo l'appetito e a livello gastrico riducendo la velocità del suo svuotamento”, conclude.

La preparazione e il consumo di caffè regalano, poi, un'esperienza multisensoriale che nasce dalla combinazione dei sensi della vista, dell'olfatto, del gusto e del tatto. “L'esperienza sensoriale di bere una tazzina di caffè -dichiara Luigi Morello, Responsabile Mumac Acadamy- è uno degli aspetti chiave della bevanda e regala aromi, gusti e sapori unici. Il tipo di caffè, il grado di tostatura e il metodo di preparazione influenzano l'esperienza sensoriale del caffè nel suo complesso. Ma anche altri elementi quali il contesto e il tipo di tazza contribuiscono a influenzare l’esperienza. L'aroma del caffè si sprigiona dai diversi composti volatili prodotti durante la tostatura. I lipidi del caffè, che rappresentano circa il 10% nei chicchi di caffè tostati, contengono la maggior parte del sapore”.

"Le evidenze scientifiche -prosegue il Consorzio Promozione Caffè- ad oggi suggeriscono anche che un moderato consumo di caffè per tutta la vita può rallentare il fisiologico declino cognitivo legato all’età, riducendo inoltre il rischio di malattie neurodegenerative (come ad esempio il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson), il rischio di diabete di tipo 2 e di una serie di malattie del fegato".

"Sul fronte della ricerca sui tumori, dopo l'ultima revisione Iarc– come riportato dall'Isic – oltre 500 studi epidemiologici in America, Europa e Giappone hanno indagato il possibile legame tra consumo di caffè e rischio di sviluppo del cancro. In particolare, una recente meta-analisi di 40 studi su oltre 2 milioni di partecipanti tra Europa, Nord America e Asia ha evidenziato che il consumo di caffè non è correlato ad un aumento dei rischi di sviluppo di tale malattia e anzi, per alcune tipologie di cancro, il consumo di questa bevanda risulterebbe associato ad una diminuzione del rischio", conclude il Consorzio.

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