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L'esperto: "Contratto integrativo Acea pienamente legittimo"

08 febbraio 2018 | 15.20
LETTURA: 2 minuti

Roberto Pessi, prorettore alla Didattica Luiss
Roberto Pessi, prorettore alla Didattica Luiss

"Il contratto integrativo siglato all'Acea tra azienda e sindacati è pienamente legittimo e non in conflitto con la norma nazionale, in particolare con il Jobs Act". Lo dichiara a Labitalia Roberto Pessi, giuslavorista e Prorettore alla didattica della Luiss Guido Carli.

"Non c'è incompatibilità tra quanto stabilito nel contratto Acea e quanto dice la legge nazionale -spiega Pessi- perché la trattativa sindacale può (anzi è il suo obiettivo) stabilire trattamenti di miglior favore per il lavoratore, che sono sempre del tutto legittimi". Nel caso in questione, dice Pessi, "il datore, cioè l'Acea, si impegna ad operare la reintegra quando ci sia insussistenza del licenziamento per il lavoratore assunto col contratto a tutele crescenti o assunto da qui in poi: è un obbligo che il datore assume per sé".

"La reintegra sul posto di lavoro comunque -precisa Pessi- nel nostro ordinamento esiste, non è stata cancellata. In base alla legge Fornero ci sono fattispecie per le quali è prevista, come la nullità del licenziamento perché discriminatorio, così come nel Jobs Act esiste e riguarda i lavoratori assunti col contratto a tutele crescenti in caso ad esempio di nullità del licenziamento per motivi disciplinari, perché cioè il fatto non sussiste". E per quanto riguarda le obiezioni di Confindustria, per Pessi, il vicepresidente Stirpe ha fatto "emblematicamente una denuncia dell'Acea ai probiviri della Confederazione, ossia a un organismo interno, per segnalare che l'Acea non si è attenuta alle linee guida interne".

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