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Pensioni: Inca, 7 proposte da integrazione minimo a opzione donna

08 ottobre 2015 | 14.08
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Il dossier: 9 casi per descrivere futuro pensionistico di migliaia persone. Piccinini (Inca): "Su pensioni introdurre 'tasso di solidarietà'". Lamonica (Cgil): "Sistema pensioni assicuri garanzia di base" (video) (audio)

Un momento del seminario Inca
Un momento del seminario Inca

Sette proposte da introdurre nel sistema pensionistico italiano. Sono quelle presentate oggi dall'Inca, il patronato della Cgil, in occasione del seminario 'Pensioni: la povertà del sistema contributivo'. Per prima cosa, l'Inca chiede di "reintrodurre l’integrazione al minimo, per integrare importi di pensione troppo bassi che non raggiungono neppure il minimo vitale". Il patronato auspica "l'eliminazione dei massimali alla contribuzione figurativa sui trattamenti legati alla disoccupazione involontaria Naspi, perché le persone vengono penalizzate due volte, prima quando perdono il lavoro e successivamente per la misura della propria pensione che si riduce" (audio).

Chiede, inoltre, di "diversificare l’aspettativa di vita tenendo in considerazione che le varie tipologie di lavoro non sono tutte uguali". "In particolare, necessitano una particolare attenzione i lavori usuranti per consentire un'uscita anticipata dal lavoro, aggiornando anche i coefficienti di trasformazione per il calcolo della misura", avverte.

L'Inca propone, quindi, di "eliminare le incongruenze e le disparità tra lavoratori, come ad esempio la possibilità di andare in pensione anticipatamente solo per coloro che maturano importi di pensione più alti". Oltre che di "introdurre la possibilità di riscatto della maternità facoltativa, anche oltre i cinque anni previsti, ed eliminare la diversa valorizzazione retributiva dei periodi figurativi".

Il patronato della Cgil rilancia, poi, "l’opzione donna, riducendo il danno economico attraverso la revisione del metodo di calcolo di queste pensioni: non dimentichiamo che l’esigenza di reintrodurre una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro investe anche gli uomini".

E auspica, infine, di "considerare le maggiorazioni contributive previste per determinate categorie di lavoratori (esempio invalidi civili, del lavoro, non vedenti e sordo muti) ai fini del calcolo della pensione".

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