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Professioni: Anorc, Pa digitale non sia chimera, valorizzare competenze

13 ottobre 2016 | 15.07
LETTURA: 3 minuti

Il commento della presidente del Colap Emiliana Alessandrucci. (video)

Andrea Lisi presidente Anorc Professioni
Andrea Lisi presidente Anorc Professioni

"Per la Pa il digitale non deve essere una chimera, per questo bisogna valorizzare le competenze dei professionisti della digitalizzazione e della privacy". A dirlo oggi a Labitalia Andrea Lisi, presidente Anorc Professioni (Associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale) in occasione dell'incontro organizzato con il patrocinio di Anci, Andig, Colap, Enea e Procedamus 'Le sfide della Pa digitale alla luce della riforma del Cad: governance e competenze'. (video)

"Noi parliamo di digitalizzazione in Italia -spiega a Labitalia Andrea Lisi, presidente Anorc Professioni- da più di 30 anni, abbiamo normative che si sono stratificate in questo periodo e che continuano a modificarsi. E' appena entrata in vigore una riforma profonda per la pubblica amministrazione digitale, però se si girano i comuni tutto è fermo alla carta".

"Ancora oggi -commenta- i procedimenti amministrativi si sviluppano sul cartaceo, sono pensati e meditati sul cartaceo e quelle poche volte che c'è un po' di digitale è un sito web, magari di cui si parla ma che non permette l'interazione tra cittadino e Pa".

E allora Anorc ha avviato "un gruppo di lavoro coinvolgendo alcune delle principali pubbliche amministrazioni centrali, per definire uno schema di governance per la gestione digitale di dati e documenti che possa essere applicato e declinato con successo in ogni Pa e organizzazioni pubblica o privata".

"Anche perché il codice dell'amministrazione digitale -chiarisce Andrea Lisi- richiede proprio questo: la possibilità di poter accedere in digitale nei procedimenti amministrativi che lo riguardano, interagendo con il sito web".

"Ad oggi -ammette- l'approccio del legislatore è quello di una digitalizzazione che 'si sogna' a costo zero. In realtà la digitalizzazione costa sacrifici in termini di risorse sia tecnologiche ma anche umane. Bisogna costruire delle competenze nuove e l'approccio non può essere quello del semplicismo informatico, ma quello della semplificazione amministrativa attraverso competenze e risorse nuove".

"Quindi -avverte il presidente di Anorc Professioni- per prima cosa bisogna pensare a degli stanziamenti. Il fatto che queste normative continuino a sottolineare che tutti devono essere fatti a costo zero per una Pa, rischia di essere una barzelletta per chi conosce la digitalizzazione".

"Poi bisogna assolutamente studiare -continua- le competenze che ci vogliono. Non basta l'archivista, ad esempio, abituato a utilizzare metodologie e consuetudini fondate sulla carta. Anche l'archivista deve essere digitale. Così come l'avvocato deve capire che il documento viene garantito non più dalla sottoscrizione analogica, ma dalle nuove forme di firma elettronica".

"E ancora: l'amministratore di una pubblica amministrazione -sottolinea Andrea Lisi- non deve guardare al procedimento amministrativo come a un insieme di iter che vanno da un ufficio all'altro solo in forma cartacea. Tutti devono utilizzare un linguaggio nuovo con un approccio multidisciplinare, in modo da costruire una nuova professionalità che li riguarda. In caso contrario non si andrà da nessuna parte".

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