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Renzi: "Lavoro non sia terreno di scontro", ma statali verso lo sciopero generale

07 novembre 2014 | 16.51
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Camusso: "Lo risolva lui lo scontro". Sabato statali in piazza: "Saremo oltre 50 mila" e chiediamo "il rinnovo del contratto nazionale, fermo da sei anni".

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"Nella discussione di queste ore sul mercato del lavoro non dobbiamo essere l'uno contro gli altri, guai a fare di questo argomento un terreno di scontro". Rinnova l'invito di non belligeranza ai sindacati il premier Matteo Renzi, durante il discorso di inaugurazione del nuovo stabilimento Piaggio a Villanova d'Albenga. "Gli italiani vivono con il freno a mano tirato", hanno paura del futuro. Eppure "la gente di Piaggio non ha avuto paura del futuro e ha fatto un'impresa che è all'avanguardia in Europa e nel mondo, e il nostro Paese è pieno di esperienze di avanguardia. Bisogna togliersi di dosso la paura, la rassegnazione", ha aggiunto ironizzando sulle polemiche: "Non tagliamo solo nastri ma anche tasse e stipendi dei manager".

Ma Cgil, Cisl e Uil tirano dritto e gli 'statali' annunciano, in assenza di risposte precise del governo, un prossimo sciopero generale mentre si apprestano, unitariamente, ad una nuova manifestazione di piazza, domani a Roma."Saremo oltre 50 mila", annunciano i segretari generali di categoria del pubblico impiego Rossana Dettori Fp Cgil, Domenico Pantaleo Flc Cgil, Giovanni Faverin Cisl Fp e Giovanni Torluccio Uil Fpl che chiederanno con forza "il rinnovo del contratto nazionale, fermo da sei anni". Sarà su questo che si deciderà lo sciopero, anzi, "lo sciopero sarà deciso dalla piazza", dicono ad una sola voce pensando ad una protesta che si possa svolgere prima dell'ok del Parlamento alla legge di Stabilità, dunque entro l'anno. Migliaia di lavoratori dunque sfileranno in corteo, sabato, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo sotto lo slogan "#Pubblico6tu". A chiudere la manifestazione, dal palco di piazza del Popolo, i leader Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Ma la voce della Cgil è già arrivata forte e chiara: "Avendo innescato lui lo scontro sul lavoro, Renzi deve interrogarsi sulla linea che ha proposto. Se la linea è quella della divisione tra lavoratori pubblici e privati, tra stabilizzati e non stabilizzati e di togliere i diritti per chi lavorerà in futuro, è lui che deve risolvere lo scontro", risponde a stretto giro di posta il leader della confederazione di Corso Italia, Susanna Camusso. "La stagione che stiamo affrontando ha accumulato sette anni di crisi e politiche che non hanno determinato l'uscita dalla crisi. Il tema del conflitto con questo governo è che si dà continuità a quelle politiche invece di farne di diverse. Rimaniamo convinti che questo governo può cambiare verso, deve cambiare verso", ha concluso.

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