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Bper: con Fei firma primo accordo a sostegno Pmi piano Junker

16 luglio 2015 | 15.51
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L'amministratore delegato del gruppo Bper, Alessandro Vandelli
L'amministratore delegato del gruppo Bper, Alessandro Vandelli

Il Fondo Europeo per gli investimenti e il gruppo Bper, assistiti da Finanziaria Internazionale, hanno firmato oggi a Modena, all'interno del Museo Ferrari, il primo accordo di garanzia, all'interno del Piano Juncker, a supporto delle piccole e medie imprese e delle imprese a media capitalizzazione italiane. L'accordo beneficia del sostegno del Fondo Europeo per gli Investimenti strategici ed è lo strumento attraverso il quale la Commissione Europea e il gruppo Bei metteranno in atto il piano di investimenti per l'Europa.

Il nuovo accordo permetterà al gruppo Bper (e in particolare a Bper Bamca, Banco di Sardegna e Banca di Sassari) di mettere a disposizione delle imprese italiane innovative 100 milioni di euro di finanziamenti, erogabili nei prossimi due anni. I finanziamenti saranno resi disponibili da una garanzia Fei nell'ambito dell'iniziativa InnovFin-UE finance for innovators, con la copertura finanziaria derivante dal programma Horizon 2020 della Commissione Europea.

Si tratta, ha commentato l'amministratore delegato del gruppo Bper, Alessandro Vandelli "di un accordo di particolare importanza perché ha l'obiettivo di rafforzare il supporto finanziario alle piccole e medie imprese, un segmento di clientela a cui la nostra banca è da sempre vicina. In questa fase di profondi mutamenti le Pmi sono fortemente impegnate in attività di sviluppo che richiedono investimenti in ricerca e innovazione di processo e di prodotto, ma è talvolta difficile individuare le modalità più opportune per sostenere un efficace percorso di crescita".

Dopo aver sottolineato l'importanza simbolica di aver sottoscritto questo accordo innovativo proprio all'interno del Museo Ferrari "vero simbolo della ricerca e della innovazione" Vandelli ha spiegato come le piccole e medie imprese siano, per il Paese "il tessuto più bello che sono nel cuore della nostra attività". Quindi l'amministratore dell'atto di Bper ha ricordato come in questo particolare momento per il nostro Paese "si intraveda qualche piccolo segnale di miglioramento: per la prima volta vediamo una inversione di tendenza. Dobbiamo quindi saper cogliere tutte le opportunità che ci vengono proposte a livello europeo e quindi anche questa".

Quanto a Bper, sesto gruppo bancario italiano, Vandelli ha tenuto a precisare che "spesso abbiamo dovuto correre dietro alla lepre rappresentata dall'imprenditoria diffusa. Dobbiamo correre per restare al passo delle sue richieste e questo ci ha obbligato a ricercare, sempre, soluzioni nuove, sopratutto in momenti di cambiamenti come gli attuali. Presto, per legge, saremo costretti a trasformarci in spa -ha aggiunto- ma questo non cambierà le nostre caratteristiche di banca vicina al territorio e alle nostre imprese".(segue)

Per Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei e presidente del Fei "l'accordo siglato oggi dimostra come, con il supporto del Feis, il gruppo Bei possa aiutare imprese innovative a crescere e creare posti di lavoro in Italia. L'innovazione è il motore principale per la crescita e l'occupazione in Europa. Questo tipo di operazioni aiutano il gruppo Bei -ha aggiunto- a continuare ad avere un ruolo importante nell'assistenza alle imprese innovative e alle sturt up, sia in Italia sia in tutta Europa. Per questo -ha proseguito- siamo felici di firmare un accordo con Bper, che ha radici profonde nell'economia locale e che negli ultimi anni è cresciuta con una vocazione internazionale molto forte".

Con questa operazione, ha proseguito Scannapieco "il Piano Juncker diventa realtà per le Pmi e in particolare per quelle innovative che assicurano la competitività nel medio e lungo termine di un sistema economico, che negli ultimi anni hanno generato occupazione e che costituiscono il 99% delle imprese in Europa. È' questo lo strumento su cui bisogna puntare se si vuole sostenere la crescita".

"L'idea del Piano -ha aggiunto- è quella di riavviare un circolo virtuoso degli investimenti che negli ultimi anni si sono ridotti del 20%. La sfida europea e quella di agevolare, il più possibile, gli investimenti recuperando così operatività e occupazione anche perché grazie alle politiche della Bce -ha concluso- c'è abbondanza di liquidità ma poca richiesta".

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