Le piazze del Vecchio Continente terminano la prima seduta di una settimana decisiva in spolvero: giovedì si terrà la riunione della Bce che dovrebbe approvare il QE. Calano i petroliferi sulla scia del prezzo del barile mentre brillano le popolari in attesa della riforma del Governo che dovrebbe eliminare dalla governance degli istituti il voto capitario
Chiusura in spolvero per la Borsa di Milano e per le piazze europee, orfane della guida di Wall Street, oggi chiusa per il Martin Luther King Day. L'attesa per il Quantitative Easing che la Bce dovrebbe approvare, secondo le attese, proprio giovedì, spinge tutti gli indici del Vecchio Continente: il Dax archivia la seduta sui massimi di sempre, guadagnando lo 0,73% a 10.242 punti.
Protagoniste degli scambi sulla piazza finanziaria milanese sono le banche popolari, che chiudono una seduta in grande spolvero. Bpm guida il comparto con un rialzo del 14,8%, Ubi Banca avanza del 9,68%, Bper dell'8,51% e Banco Popolare dell8,33%. Sull'All Share, Banca Etruria segna +8,2%, la Popolare di Sondrio +8,06%, Creval +9,63%.
A scatenare gli acquisti, il 'blitz' del Governo sulla governance degli istituti: secondo indiscrezioni, domani in cdm dovrebbe esserci il via libera a un progetto di riforma che elimina il voto capitario delle banche popolari, uno storico principio secondo cui ogni socio ha un voto, a prescindere dalle azioni da lui possedute. Con questa decisione si aprirebbero scenari che vanno dall'i ngresso di nuovi soci stranieri nel capitale alle aggregazioni.
Scivolano, ancora, sulla scia del ribasso delle quotazioni del petrolio, i titoli del comparto energetico. In un paniere per lo più positivo Eni perde lo 0,83%, Saipem lo 0,47% Enel lo 0,38%. Maglia nera della seduta restano Cnh Industrial (-1,53%) ed Exor (-1,03%). Fca segna +0,76%.
