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Tsipras: "Se vince il no, forse diremo addio all'euro"

29 giugno 2015 | 08.44
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Padoan: "Esposizione Italia è 35,9 mld". Bancomat 'aperti' per i turisti . Lo scrittore Vassilikos: "Spero nell'accordo, altrimenti voto no"

Tsipras:

Se vince il no, "dovremo forse dire addio all'euro". E' quanto ha detto il primo ministro greco Alexis Tsipras in un'intervista alla televisione pubblica ellenica. "I cittadini greci potranno sopravvivere anche senza il programma di aiuti", ha ancora detto il leader di Syriza.

E ancora: "Dobbiamo affrontare queste minacce e ricatti con calma" ha dichiarato, rispondendo ad una domanda sugli sviluppi delle prossime ore. "Il giorno dopo la scadenza - ha affermato il premier greco - il sole sorgerà ancora ad est, ci sarà ancora ossigeno".

Tutti i greci possono testimoniare che abbiamo fatto tutto il possibile perché si arrivasse ad un accordo, ha detto il premier ellenico. Ma "la conclusione cui sono arrivato è che l'obiettivo delle altre parti coinvolte non fosse quello di colmare il divario ma invece quello di farci adottare le loro posizioni".

"Non credo che ci vogliano buttare fuori dall'eurozona - ha aggiunto - vogliono cacciare questo governo, uccidere la speranza". Secondo Tsipras, il costo dell'uscita della Grecia dall'eurozona sarebbe "immenso" e una bancarotta ad Atene aprirebbe "scenari imprevisti".

E ancora: "L'intenzione del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker era tra le più positive, ma la sua proposta era uguale a quella del Fondo monetario internazionale". Per Tsipras, Atene ha detto "no agli ultimatum" e ha preferito "dare la parola al popolo greco", ha spiegato la scelta di indire un referendum sulle proposte dei creditori internazionali.

Intanto è stata disposta la chiusura delle banche e limiti ai prelievi con bancomat: queste le misure decise dal governo di Atene. Dopo il messaggio del premier al popolo greco, domenica in tv, nel quale si annunciava la chiusura degli istituti di credito, a fare chiarezza sulle misure messe in campo è un decreto della Gazzetta Ufficiale di Atene: blocco dell'apertura degli istituti di credito per un settimana - fino al 6 luglio, il giorno dopo il referendum greco previsto per domenica prossima sull'ultima offerta delle autorità europee - e limiti per i prelievi via bancomat: max 60 euro al giorno (FOTO).

Il secondo programma di sostegno finanziario alla Grecia e con esso ogni forma di aiuto economico ad Atene scade alla mezzanotte del 30 giugno. Il governo di Atene è tornato a chiedere all'Unione Europea di prolungare "di alcuni giorni" il secondo programma di sostegno finanziario alla Grecia.

A darne notizia sono state fonti dell'esecutivo ellenico: Tsipras ha comunicato questa richiesta per telefono al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e a quello del Parlamento, Martin Schulz.

Tremano intanto le Borse europee, compresa Piazza Affari, che hanno aperto la settimana in forte calo dopo la notizia del referendum. Lo spread, tra Btp e Bund, dopo il forte rialzo in apertura di giornata è sceso fin sotto la quota dei 150 punti.

Su quanto sta accadendo è intervenuto lo stesso Juncker. Il governo greco "ha rotto unilateralmente le trattative" con le istituzioni creditrici, ha detto. "I giochi tattici hanno preso il sopravvento. Sono rimasto profondamente afflitto e rattristato per lo spettacolo di sabato scorso in Europa", ha aggiunto, dicendosi di sentirsi "un po' tradito, perché è stato fatto tutto il possibile" nei negoziati.

Il presidente della Commissione Ue chiederà "al popolo greco di votare sì" al referendum, "indipendentemente dal quesito che sarà posto, che potrebbe cambiare nei prossimi giorni. E' il momento della verità per il popolo greco e il governo greco deve prendersi la responsabilità di raccontare la verità al proprio popolo".

"Chiedere il parere del popolo è un diritto assoluto di una democrazia - ha detto Juncker - Non biasimo il governo greco per aver convocato il referendum, anche se per me è stata una sorpresa e sono rimasto deluso". In ogni caso un 'no' domenica prossima "sarebbe disastroso" e "sarebbe un 'no' all'Europa".

L'uscita della Grecia dall'area euro "non è mai stata e non sarà mai un'opzione - ha scandito - ma voglio sottolineare che io non sarò capace di presentare una soluzione finale contro il parere di tutti" gli altri Paesi dell'eurozona e di tutti gli attori coinvolti nel negoziato. "Il posto della Grecia è nell'Unione europea e nell'area euro" ha ammonito.

Il presidente della Commissione Ue ha poi spiegato che le istituzioni creditrici non proporranno alla Grecia una nuova proposta per il piano di riforme dopo la rottura delle trattative di venerdì scorso. "Abbiamo mosso le montagne fino all'ultimo minuto - ha affermato Juncker sottolineando lo sforzo di tutti i negoziatori - e tutti gli elementi per un buon accordo erano sul tavolo". A questo punto "non devo fare nuove proposte" al governo greco.

L'ultima proposta presentata dalle istituzioni creditrici al governo di Atene "è esigente e completa, ma anche giusta. In questa proposta non ci sono tagli agli stipendi né alle pensioni" ha evidenziato. La proposta presentata ad Atene "prevede crescita economica, giustizia sociale e la modernizzazione del Paese. Noi - ha aggiunto - abbiamo insistito di più sulla giustizia sociale rispetto alla controparte greca". Per Juncker il documento "non è uno stupido pacchetto di austerità, certo alcune misure sono dure, ma la proposta va oltre le misure di bilancio, rilancia la crescita".

E le istituzioni creditrici sono pronte a siglare un accordo con la Grecia sulla base dell'ultima proposta presentata ad Atene. "Da parte nostra la porta è ancora aperta", ha detto ancora Juncker. La Commissione europea "non abbandonerà mai il popolo greco. La Grecia è un membro della famiglia europea e vogliamo che questa famiglia resti unita".

Un appello al popolo greco a votare sì al referendum è arrivato anche da Martin Schulz. "Mi ha chiamato Tsipras e ha detto che sottoporrà a quesito il documento proposto all'Eurogruppo del 25 giugno. Spero che il popolo voti a favore", ha dichiarato Schulz.

Mentre su Twitter è intervenuto in inglese il presidente del Consiglio, Matteo Renzi: "Il punto è: il referendum greco non vuole essere un derby Commissione europea contro Tsipras ma euro contro dracma. Questa è la scelta".

Aumentano intanto le misure di sicurezza e lo stato di allerta delle forze di polizia in Grecia nel timore di disordini, soprattutto nei pressi delle banche del Paese, a seguito dell'annuncio della rottura delle trattative con l'Eurogruppo, della chiusura di banche e uffici postali e del referendum di domenica. Il ministro per la protezione dei cittadini Yiannis Panousis ha incontrato i dirigenti della polizia per disporre misure come l'aumento dei servizi di pattuglia e il richiamo in servizio di tutti gli agenti. Molti sostenitori del "no", infine, sono scesi in piazza ad Atene contro la proposta dei creditori internazionali. Riuniti davanti alla sede del parlamento, i numerosi manifestanti portano bandiere e striscioni su cui campeggia la scritta 'No'.

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