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Borsa, Novelli (Lemanik), crescita globale rallenta ma mercati troppo ottimisti

24 maggio 2016 | 18.28
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Maurizio Novelli
Maurizio Novelli

La crescita dell'economia mondiale sta rallentando e rallenterà ancora nella seconda metà dell'anno. Con la Cina che sta riducendo il proprio livello di indebitamento e l'Europa in ritardo di almeno tre mesi sul ciclo globale. I mercati finanziari, però, scontano ancora una ripresa brillante nel secondo semestre e vanno incontro a una delusione, che porterà a forti correzioni sulle borse di tutto il mondo. E' il quadro delineato da Maurizio Novelli, gestore di Lemanik global strategy fund. Sulla crescita dell'economia mondiale nei prossimi mesi, "non siamo così ottimisti", perché i problemi macroeconomici "sono di natura talmente strutturale che in questo momento non possono essere risolti dalle politiche monetarie a tassi zero".

La Cina, seguita da altri Paesi emergenti, ha avviato una fase di deleveraging dall'eccesso di debito creato dal 2009 in poi, processo che tende a rallentare il trend di crescita. Negli Stati Uniti, invece, il problema è dovuto all'approccio della Banca centrale americana, sottolinea Novelli, "che minaccia di alzare i tassi di interesse, generando un dollaro forte sui mercati, che in questo momento è restrittivo per gli Stati Uniti come lo è per il credito a livello mondiale, che all'80% è in dollari". Se questo è l'approccio della Federal Reserve, "chiaramente l'economia è destinata a rallentare generalmente un po' ovunque".

L'Europa, da parte sua, "sta beneficiando di una fase di sfasamento rispetto al resto del ciclo mondiale. Mentre questo sta rallentando dappertutto, l'Europa è in una fase di ritardo" e "inizierà a risentire del rallentamento globale probabilmente tra qualche mese", continua il gestore di Lemanik. In più sulla dinamica della crescita economica europea pesa il rischio di un'uscita dalle Gran Bretagna dall'Unione europea. "Non credo che ci sia una elevata probabilità di Brexit -sottolinea- ma se dovesse verificarsi, avrebbe un impatto estremamente pesante sia sull'economia europea che su quella inglese che globale". L'effetto immediato sarebbe un rialzo del dollaro sui mercati, con ulteriori danni in Asia, Cina e in tutto il ciclo del credito mondiale e il rischio di "una recessione globale".

In questo contesto gli occhi dei mercati sono puntati sulle mosse delle banche centrali, in particolare della Fed, che a giugno potrebbe ritoccare al rialzo i tassi di interesse. Ma per Novelli "la Fed 'abbaia ma non morde', perché si rende conto che aumentare i tassi di interesse in un contesto di crescita così debole è sempre un grandissimo rischio". A giugno "non faranno assolutamente niente", anche in attesa del referendum sulla Brexit del 23 giugno. Piuttosto la Fed in questo momento sta cercando di frenare "l'eccesso di speculazione che si concentra sugli asset finanziari americani", ora molto sopravvalutati.

Gli investitori, quindi, resteranno a guardare ancora per un mese. "I mercati finanziari -prevede il gestore- generalmente rimarranno a questi livelli, inchiodati in un trading range senza un supporto particolare dai dati macroeconomici in attesa del referendum britannico. Non vedo particolari movimenti da qui a un mese". In prospettiva il problema è che i mercati "stanno invece scontando nella seconda metà dell'anno un brillante recupero dell'economia americana in particolare e un rientro dei problemi in generale in Cina". Cose che difficilmente si realizzeranno.

"Se i mercati scontano una pronta ripresa nella seconda metà dell'anno è molto probabile che saranno delusi. Sui mercati ci sono quindi potenzialità piuttosto modeste di miglioramento da questi livelli in generale, ma elevati rischi di downside se l'economia non recupererà come i mercati si attendono". Nessuna eccezione per Piazza Affari. "Questa prospettiva vale un po' per tutti i mercati -conclude Novelli- in queste situazioni i mercati si muovono in modo molto correlato. Ci dovrebbero essere dei motivi estremamente forti di natura interna e non mi sembra che in questo momento siamo nella condizione di sganciarci".

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