L'assessore Rabboni: finora in campo 100 mln di euro, possiamo crescere ancora
L'Emilia Romagna si conferma regione leader nel biologico ma, secondo la Regione, "può crescere ancora". Alla fine del 2013 erano infatti 3.771 le imprese di produzione e trasformazione bio, con un aumento dell'1,4% sull'anno precedente. Di queste 798 sono imprese di trasformazione e commercializzazione, il numero più alto a livello nazionale. Un primato amplificato dalla leadership esercitata da molte di queste imprese sui mercati nazionale ed internazionale.
I dati sono stati illustrati oggi a Bologna, in occasione della presentazione dell'edizione 2014 di Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale, dall'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni. L'Emilia Romagna è inoltre la prima regione del nord Italia per superfici coltivate con tecniche biologiche. Le aziende agricole biologiche sono, nel dettaglio, 2.973, in aumento dell'1,7%.
Nel 2013 sono cresciuti anche gli allevamenti biologici: sono 624 le imprese che conducono l'allevamento di almeno una specie con il metodo biologico. L'allevamento per le uova biologiche, infine, è il più importante a livello nazionale con 15 imprese di allevamento per una consistenza produttiva di circa 500 mila ovaiole biologiche.
"L'agricoltura biologica in Emilia Romagna è cresciuta grazie soprattutto alle scelte compiute dalla Regione - ha sottolineato Rabboni - il Programma di sviluppo rurale che si sta concludendo ha destinato alle produzioni biologiche il 30% di tutte le risorse disponibili a fronte di un'incidenza delle superfici agricole biologiche dell'8% e ad una percentuale di imprese bio sul totale del 4%".
"Una priorità - ha aggiunto Rabboni - dettata dalla volontà di ridurre gli impatti dell'agricoltura sull'ambiente e promuovere modelli di produzione effettivamente sostenibili". Non a caso, ha proseguito l'assessore, "per i prossimi anni ci poniamo l'obiettivo di un'ulteriore crescita delle superfici e dei volumi di produzione".
"Lo faremo - ha specificato - aumentando gli aiuti diretti a superficie, che passeranno da 12 a 15 milioni all'anno per una cifra complessiva superiore ai 100 milioni di euro e soprattutto incentivando gli agricoltori a partecipare a filiere produttive e commerciali per soddisfare la crescente domanda di prodotti biologici certificati". Ricordando pi che nei primi 5 mesi del 2014 gli acquisti di prodotti biologici in Italia sono aumentati del 17%, Rabboni si è detto certo che "il bio italiano può e deve crescere".