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Lavoro: Cgil, forte preoccupazione su impianto generale Jobs Act

22 ottobre 2014 | 10.09
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'Eccessi nella delega', dice il sindacato guidato da Susanna Camusso

Lavoro: Cgil, forte preoccupazione su impianto generale Jobs Act

“Forte preoccupazione” della Cgil nei confronti del disegno di legge delega noto come Jobs Act. Nella memoria consegnata ieri in audizione presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati sul disegno di legge Ac 2660 ('Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro'), il sindacato di corso d'Italia elenca in sintesi gli aspetti critici del provvedimento.

Si tratta de “l'impianto generale che sottende una restrizione delle coperture e delle platee di beneficiari di ammortizzatori sociali; la vaghezza nell'affrontare il nodo della riduzione delle forme di tipologie contrattuali esistenti; l'indeterminatezza dell'impianto di quella che si auspica sarà la forma contrattuale di ingresso prevalente nel mondo del lavoro cosiddetta 'contratto a tutele crescenti'; una estensione annunciata delle tutele della maternità e la revisione della disciplina dei congedi 'ad invarianza di risorse', senza una effettiva universalizzazione dell'istituto”.

Nel testo consegnato dal segretario confederale Serena Sorrentino si legge inoltre, in riferimento allo strumento della delega, come la Cgil abbia già esposto in audizione valutazioni alcune “considerazioni di ordine generale” sull'utilizzo della delega “su materie così articolate e con una modalità scarsamente definitoria in alcune sue parti su ciò che il Governo sarà delegato a normare nei successivi decreti delegati e fin troppo specifici in altre parti che di seguito si analizzano nel dettaglio, in generale è ravvisabile un eccesso di delega”.

Inoltre, tra le altre cose, la Cgil sottolinea come rimanga un nodo da sciogliere la questione delle risorse. “La mancata previsione di risorse certe da destinare al finanziamento della Riforma complessiva - si legge nel testo - rende manifesta un'operazione di redistribuzione interna delle risorse già esistenti dedicate al lavoro che hanno visto in questi anni pesanti riduzioni e risultano insufficienti a determinare una vera universalità delle tutele”.

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