Sono stati creati o salvaguardati 28.000 posti di lavoro grazie alla misura agevolativa rivolta alle aree svantaggiate, come spiega l'ad di Invitalia, Domenico Arcuri (video).
Investimenti pari a 1,7 miliardi di euro, 28.000 posti di lavoro creati o salvaguardati, 850 milioni di risorse pubbliche per sostenere 44 grandi progetti industriali. Questi, ad oggi, i numeri del contratto di sviluppo, lo strumento agevolativo promosso dal ministero dello Sviluppo economico e gestito da Invitalia.
Gli incentivi sono rivolti agli investimenti strategici e innovativi di grandi dimensioni, pari ad almeno 20 milioni di euro (7,5 milioni per il settore agroindustriale). L’obiettivo è favorire la riqualificazione settoriale, lo sviluppo di filiere e di poli di specializzazione, il riposizionamento competitivo di settori tradizionali, l’attrazione degli investimenti esteri.
Un aspetto, quest’ultimo, che ha visto il 43% delle iniziative finanziate promosso da imprese estere. Diverse multinazionali straniere - tra cui Unilever, Rolls-Royce, Vodafone, Denso, Bridgestone - hanno scelto, infatti, di investire in Italia, e in particolare nel Mezzogiorno, grazie ai vantaggi offerti dal contratto di sviluppo, che semplifica le procedure amministrative e dà maggiore certezza sui tempi di realizzazione degli interventi.
"Le caratteristiche del contratto di sviluppo e le sue modalità attuative lo hanno reso uno strumento fondamentale per realizzare grandi investimenti industriali strategici per lo sviluppo del Paese, fortemente legati al mondo dell’innovazione o rappresentativi del Made in Italy", sottolinea Invitalia.
Circa la metà degli investimenti (797 milioni di euro) si colloca in settori economici high-tech ad alta intensità di conoscenza. Le iniziative finanziate interessano soprattutto i settori telecomunicazioni e alimentare: il primo registra investimenti per 328 milioni di euro, il secondo supera i 300 milioni. I due settori assorbono, da soli, il 40% delle agevolazioni concesse. Il restante 60% è distribuito tra i comparti aerospazio, turismo, farmaceutico, energia, automotive.
Inoltre, il 29% dei contratti di sviluppo approvati prevede la valorizzazione economica dei risultati della ricerca. Il valore dei progetti di R&S finanziati è pari a 113 milioni di euro.
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