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Confcommercio: da 70 anni rappresenta il terziario italiano

29 aprile 2015 | 18.36
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Sono imprese che oltre alla valenza di carattere economico, contribuiscono al Pil e all’occupazione italiana per più del 40% del totale, creano anche condizioni di vitalità e qualità dei territori, limitano il degrado, stimolano la riqualificazione urbana, lo sviluppo, la legalità

Confcommercio: da 70 anni rappresenta il terziario italiano

Fondata il 29 aprile del 1945, Confcommercio-Imprese per l’Italia celebra quest’anno i suoi 70 anni di vita, trascorsi rappresentando il terziario italiano - ovvero il mondo del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e delle professioni - nei suoi cambiamenti dalla nascita della Repubblica italiana ad oggi. Imprese del terziario di mercato che hanno fatto e continuano a fare la storia del nostro Paese, che hanno saputo innovare, diventare più moderne e sono un presidio sociale nelle nostre città e sui territori.

Infatti, sono imprese che oltre alla valenza di carattere economico, contribuiscono al Pil e all’occupazione italiana per più del 40% del totale, creano anche condizioni di vitalità e qualità dei territori, limitano il degrado, stimolano la riqualificazione urbana, lo sviluppo, la legalità.

In occasione dell’evento inaugurale per il Settantennale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, oggi a Roma, la sala del Tempio di Adriano si trasforma nel contenitore di settanta anni di storia, esperienza, impegno, emozioni che hanno caratterizzato l’attività della Confederazione dal 29 aprile del 1945, giorno della sua fondazione, ad oggi.

Nel 1945, anno di costituzione di Confcommercio, in un contesto di sopravvivenza per gli effetti della guerra, i consumi delle famiglie italiane erano rivolti per circa l’80% a generi alimentari e bevande (negli anni prebellici erano intorno al 54%). Mediamente il prezzo del pane, calcolato con i valori attuali in euro, era pari a poco più di un euro al chilo, un litro di latte costava 1,03 euro, un chilo di pasta circa 2 euro, un chilo di carne bovina 13 euro. Già nel 1955 i consumi si erano diversificati e la quota di consumo dei beni e servizi non alimentari aveva raggiunto il 39%, mentre i generi alimentari scendevano al 50%. Questa tendenza negli ultimi 60 anni si è progressivamente accentuata.

Oggi, in una società post-industriale e fortemente terziarizzata, il consumo di beni e servizi non alimentari supera il 75%, mentre la spesa per i prodotti alimentari rappresenta meno del 20%.

Fermo restando la diversificazione nella qualità e nella varietà dei prodotti in commercio, attualmente un chilo di pane costa in media 2,80 euro, la pasta 1,60 euro al chilo, un litro di latte 1,55 euro, la carne bovina poco più di 16 euro al chilo. Per pasta, uova ed olio di oliva i prezzi sono in media più bassi che negli anni ’50.

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