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Mutui: l'analista, bene crescita ma credito immobiliare ancora complicato

05 maggio 2015 | 15.00
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Breglia (Scenari Immobiliari), gran parte aumento mutui è rappresentata da surroghe

Mutui: l'analista, bene crescita ma credito immobiliare ancora complicato

"L'Abi dice che i mutui in Italia sono cresciuti di oltre il 50% nei primi tre mesi del 2015, rispetto ai primi tre mesi del 2014. Ma si tratta di una crescita che ha interessato più che altro i valori assoluti di erogazione, mentre il numero di mutui erogati rimane comunque piccolo. Che i valori siano cresciuti è un segnale positivo, ma c'è ancora molta strada da fare prima di dire che in Italia il mercato immobiliare abbia un facile accesso al credito". Lo dice a Labitalia Mario Breglia, presidente e fondatore di Scenari immobiliari, Istituto indipendente di studi e di ricerche che analizza i mercati immobiliari e, in generale, l'economia del territorio in Italia e in Europa.

"C'è poi da considerare -spiega Breglia- che la maggior parte di quei mutui in più in realtà sono surroghe, ossia ristrutturazioni di mutui in essere". Un dato che spiega anche l'apparente discrepanza con l'andamento delle compravendite immobiliari, "aumentate nello stesso trimestre preso in considerazione da Abi -ricorda Breglia- non del 50% ma del 10%".

Perché questa differenza di andamento? "Intanto, perché come dicevamo -risponde- l'aumento dei mutui è dovuto in gran parte a surroghe e non a nuovo contratti stipulati in virtù di un acquisto. Poi, perché in Italia la casa si compra mediamente con il 90% di soldi liquidi e il 10% di mutuo. Vale a dire che il mutuo è una componente marginale del valore necessario per la compravendita immobiliare".

Un fenomeno che va però compreso anche nella sua funzione dinamica, chiarisce Breglia: "La quantità di soldi provenienti da un mutuo in genere è più bassa per case di valore elevato, mentre, man mano che il valore della casa acquistata scende, aumenta la quota di pagamento effettuata grazie alla concessione di un mutuo".

Questo significa, prosegue, che "chi ha un reddito basso avrebbe più bisogno di beneficiare di una maggiore concessione di mutui agli attuali bassi tassi di interesse e, invece, è proprio questa la fascia di popolazione che ha più difficoltà ad ottenere il credito".

Certo, ammette, "le banche hanno molte sofferenze nella parte immobiliare, anche grazie a passate operazioni che hanno lasciato il segno, e c'è da considerare che responsabili di queste sofferenze non sono solo le famiglie ma anche le imprese". Fatto sta che "in Italia avere i mutui è ancora complicato, mentre in Europa, nelle banche straniere c'è molta più facilità", conclude Breglia.

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