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Lavoro: la ricerca, settimana di 50 ore per 'competere' con colleghi-robot

06 maggio 2015 | 16.09
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Un'ipotesi lanciata da una recente ricerca, commissionata da Xpatjobs.com, a un gruppo di futurologi

Lavoro: la ricerca, settimana di 50 ore per 'competere' con colleghi-robot

La settimana di lavoro potrebbe arrivare a 50 ore, per fare fronte all'infaticabilità dei robot, sempre più richiesta dal mercato del lavoro. Un'ipotesi, questa, lanciata da una recente ricerca, commissionata da Xpatjobs.com, a un gruppo di futurologi. "Il poco lavoro che sarà disponibile -spiega- sarà conteso non solo tra gli esseri umani, ma metterà in competizione questi con macchine sempre più intelligenti, capaci di svolgere i propri compiti in maniera precisa e rapida".

"Entro il 2040 -prospettano i ricercatori- le cabine saranno gestite dai robot di Google, i negozi diventeranno showroom virtuali e i call center saranno gestiti da droidi intelligenti".

E, proprio per vincere la competizione con le macchine, "il futuro riserva alcune sconcertanti scenari per l’uomo che verrà", sottolineano: "La chirurgia plastica sarà in grado di offrire nuovi upgrade cerebrali per potenziare le capacità di calcolo del nostro cervello. Saranno, inoltre, disponibili impianti bionici per eseguire i compiti lavorativi più velocemente e in maniera precisa".

Lo scenario prevede che "ci occuperemo di diversi micro-lavori, gestendoli dalla scrivania di casa propria, a cavallo di diversi fusi orari: ciò segnerà la fine del pendolarismo, dell’happy hour post-ufficio con i colleghi e della festa di Natale in ufficio".

"Gli annunci di lavoro del 2040 -continua- conterranno richieste per ruoli che oggi sarebbero irriconoscibili, legati allo sviluppo sempre più rapido della tecnologia".

Secondo lo studio, inoltre, "sicurezza web, sviluppo software, robotica e persino la chirurgia bionica saranno tutti settori chiave del prossimo trentennio: la cura della popolazione che invecchia sarà un settore in crescita, con il relativo crescente fabbisogno di nuovi alloggi".

E l'ipotesi non è poi così remota, visto che secondo l'International federation of robotics, "nel 2014 le vendite dei robot industriali si sono impennate del 27% rispetto ai 12 mesi precedenti, nonostante una crisi ancora particolarmente acuta in un mercato importante come quello europeo". "La richiesta maggiore è arrivata dall’Asia (in particolare dalla Cina e dalla Corea del Sud), ma nuovi livelli di picco sono stati raggiunti anche in Occidente", precisa.

La domanda globale di robot industriali, sottolinea, "ha, infatti, toccato le 225.000 unità, di gran lunga il più alto livello mai registrato in un anno". "Si prevede che già nel 2017 ci saranno più robot industriali in Cina che in Europa e Nord America, e la 'fabbrica del mondo' dipenderà sempre più dalle macchine. Le 200mila unità installate oggi raddoppieranno a 400mila, lasciandosi alle spalle il Nord America (dove i robot industriali dovrebbero crescere fino a quota 300mila) e l’Ue (340mila le unità previste tra due anni)", fa presente.

Guardando a Oriente, "la Cina ancora oggi ha una bassa intensità di robot nelle proprie industrie manifatturiere, 30 robot industriali ogni 10mila operai, dieci volte meno di quella già in dote a stati come la Germania: se i trend attuali di crescita saranno confermati, le cose cambieranno però molto presto", conclude.

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