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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

La crisi economica greca al centro dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi
02 luglio 2015 | 10.11
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"Ma l’Europa non sta violando la democrazia greca, come non ha violato la democrazia italiana. Quelle che chiamiamo regole europee non sono fatte per il piacere di qualche burocrate, ma per i greci di domani, per gli italiani di domani; per impedire di continuare a fare debiti per stare meglio oggi, e fare poi stare molto peggio i nostri figli e nipoti". Così, intervistato dal 'Corriere della Sera', il senatore a vita Mario Monti.

"Sono certo -conclude- che i greci lo comprenderanno, e daranno prova di aver compreso. E io conto di poter ripetere quel che dissi nell’estate 2011, e che ora mi viene rinfacciato" e cioè che "senza il pungolo della moneta unica, la Grecia non si sarebbe mai messa sulla via delle riforme per sconfiggere la corruzione, il clientelismo, l’evasione fiscale, e rendere il proprio sistema economico moderno e competitivo".

"Si farà un accordo.Ma il pericolo è reale. Proprio perchè la crisi è così piccola, un fallimento sarebbe clamoroso. Una istituzione che non riesce a governare un problema minuscolo come la Grecia che fiducia può dare sulla sua capacità di gestire un problema più grosso?". Così, intervistato da 'La Repubblica' Romano Prodi.

"Oggi non è all’orizzonte, ma tutti sappiamo che, prima o poi, arriverà. E lo sanno anche i mercati. L’uscita della Grecia non sarebbe tanto un danno economico, quanto un vulnus -conclude Prodi- alla credibilità politica dell’Europa".

"Sono molto contenta", dice, intervistata da 'La Repubblica' Debora Serracchiani, presidente del Friuli, vicesegretario del Pd. "La nostra Regione -continua- può diventare un laboratorio per le politiche di contrasto alla povertà".

Tre giorni fa il Consiglio regionale ha approvato l’introduzione della “misura attiva per l’inclusione sociale” con il voto a favore di Pd, Sel e anche del M5S. Un assegno che può arrivare al massimo a 550 euro al mese per un anno, destinato ai nuclei familiari con un Isee fino a 6mila euro.

"Dal 2013 per due volte i giudici, prima il gip e poi il tribunale in forma collegiale, si sono opposti alla richiesta di sequestro, interpreti di un diritto orientato alle conseguenze e ispirato dal buon senso". Così Giovanni Sansone, 64 anni, presidente del Tribunale di Gorizia, intervistato da 'La Repubblica' sul sequestro delle aree di stoccaggio dei rifiuti alla Fincantieri di Monfalcone.

Per Sansone "la procura si è rivolta alla Corte di Cassazione, la quale ha segnato la strada dicendo che anche le ditte terze che trattano gli scarti delle lavorazioni devono avere specifiche autorizzazioni. Non essendoci le autorizzazioni, il tribunale, tornato ad esprimersi, non ha potuto far altro che disporre il sequestro".

"In Grecia, visto anche l’altissimo tasso di disoccupazione, per molte famiglie le pensioni sono probabilmente l’unica fonte di reddito. E alcune riforme sono già state fatte". Così, in un'intervista alla 'Stampa', l'ex-ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

"Dunque non penso -continua Fornero- che serva riformare ancora tagliando le pensioni, ma per l’appunto si devono ridurre quelle scappatoie che aumentano la spesa, come le pensioni anticipate concesse con generosità o le pensioni di invalidità date in modo relativamente facile".

"Un accordo fra la Ue e la Grecia va perseguito a ogni costo. Perché una rottura costerebbe almeno 10 volte di più di qualunque intesa. E - attenzione - il costo maggiore sarebbe proprio per l`Italia". Lo afferma l'ex premier Enrico Letta in un'intervista ad Avvenire.

Secondo Letta, "una rottura avrebbe un costo almeno 10 volte maggiore di qualunque intesa. E il costo sarebbe più grave proprio per noi", "la nostra esposizione verso la Grecia è la maggiore in rapporto al Pil, più anche di Germania e Francia" e "un default avrebbe un impatto sul deficit che ci farebbe sballare i conti, ci obbligherebbe a una manovra correttiva e particolarmente rigorosa per scongiurare l'idea che il prossimo, potenziale bersaglio della crisi dell'euro siamo noi".

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