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'Dio è venuto per il suo campione', tutto lo sport piange

04 giugno 2016 | 11.33
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

"Dio è venuto per il suo campione. Addio grande". Così Myke Tyson, considerato uno dei migliori pesi massimi della storia del pugilato, ha reso omaggio così su Twitter, tra i primi a farlo, a Muhammed Ali, morto a 74 anni. Ma sono tantissimi i campioni dello sport che hanno voluto ricordare la figura mitica di Muhammad Alì. "Non ci sarà mai più un altro Muhammad Ali. La comunità nera in tutto il mondo, i neri in tutto il mondo avevano bisogno di lui. Era la nostra voce", l'omaggio di Floyd Mayweather Jr, considerato il miglior pugile 'pound per pound' della boxe moderna.

"Riposa in pace, il più grande di tutti i tempi - in molti modi", ha sottolineato Tyson Fury, mentre Oscar de La Hoya ha aggiunto, sempre sui social network: "Ali è una leggenda e uno dei più grandi atleti della storia, il pugile che ha portato il nostro sport a un altro livello, che l’ha fatto conoscere al mondo". Non manca neanche l'omaggio di Manny Pacquiao: "Abbiamo perso un gigante, il nostro sport ha beneficiato del suo talento sul ring ma ancora di più della sua umanità", per poi ritwittare il messaggio di Bob Aurum, promoter del primo combattimento nel 1966 per Muhammad Ali: "La sua eredità sarà parte della nostra storia per sempre. Ci ha lasciato un vero grande. Muhammad Ali ha trasformato questo paese ed ha influenzato il mondo con il suo spirito".

"Ali, Frazier & Foreman, eravamo una persona sola. Una parte di me, una grande parte, se n’è andata", ha poi scritto George Foreman su Twitter. "Grazie a Muhammad Ali. Eri un campione in tutto...Hai 'lottato' bene. Riposa in pace", ha scritto Bernice King, figlia di Martin Luther King, rendendo omaggio alla leggenda del pugilato. Altro grande personaggio della boxe mondiale a ricordare il più grande pugile di tutti i tempi è stato il promoter Don King: "E’ un giorno triste. Volevo bene a Muhammad Ali, eravamo amici. Ali non morirà mai. Senza dubbio la sua eredità è quella di un uomo che ha sfidato le convenzioni, si alzò in piedi per ciò in cui credeva e quando è stato messo alla prova ha preferito rimetterci personalmente piuttosto che andare contro le sue convinzioni".

Anche l'ex campione dei mesi massimi, l'inglese Lennox Lewis, ha twittato tutta la sua tristezza per la morte di Muhammad Ali. "Un gigante tra gli uomini, Ali ha visualizzato una grandezza nel talento, nel coraggio e nella convinzione, che la maggior parte di noi mai potrà essere in grado di comprendere veramente. #RIPAli". Ma non è solo il mondo della boxe a ricordare Muhammad Alì, dalla boxe, alla F1, fino al calcio, tutti hanno un messaggio per il grande pugile. "Mohammed Ali ha sacrificato gli anni migliori della sua carriera per combattere per ciò che riteneva giusto. Facendo così ha fatto in modo che tutti gli americani, bianchi e neri, potessero camminare a testa alta. Io sarò pure alto 2,18 metri, ma non mi sono mai sentito così alto come quando ero nella sua ombra", ha scritto l'ex campione di basket Kareem Abdul-Jabbar.

Anche il mondo del calcio ricorda Alì. Dall'allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri: "Chi a cinquant'anni vede il mondo così come lo vedeva quando ne aveva venti ha sprecato trent'anni della sua vita"; fino a Paul Pogba: Che Dio sia con te. RIP #muhammadali", a Claudio Marchisio: "Sei stato e sarai sempre il più Grande! #RIPMuhammadAli", per arrivare ad Javier Mascherano: "Non c'è altro da dire. RIP". Anche il tecnico del Real Madrid, Zinedine Zidane lo ricorda con una foto di Alì e la scritta 'Impossible in nothing' e "The Greatest. RIP. ZZ".

"Ali era il più grande sportivo, l’eroe di tutti i tempi. Una grande fonte di ispirazione per tutti noi", ha scritto su Twitter il pilota della Mercedes, Nico Rosberg, mentre il compagno di squadra Lewis Hamilton ha aggiunto: "Le mie preghiere e i miei pensieri sono con Muhammad e la sua famiglia". Anche la nuotatrice statunitense, Janet Evans, ricorda uno dei momenti più emozionanti legati alla figura di Ali: "Passargli la torcia olimpica ad Atlanta 1996 per accendere la torcia è stato il momento che non dimenticherò mai. Il ruolo di un atleta olimpico è di ispirare gli altri a rincorrere i loro sogni, nessuno ha vissuto questo ruolo meglio di lui".

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