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Caso Orlandi: "Chi sa parli"

23 luglio 2019 | 11.36
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Nuovo appello del legale della famiglia dopo l'apertura di due tombe, risultate vuote. "E' un nervo ancora scoperto all’interno della Santa Sede"

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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“Vorrei rilanciare il nostro appello dai microfoni di Radio Cusano Campus, un appello che è quasi un grido di dolore: ‘chi sa parli’. E visto che sono passati 36 anni chiunque sappia qualcosa ha l’obbligo morale di fare sì che questa famiglia, se Emanuela non c’è più, che almeno le possa portare un fiore". Così Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, ai microfoni di Radio Cusano Campus ritorna sul caso della 15enne cittadina vaticana, misteriosamente scomparsa il 22 giugno 1983.

"E’ chiaro che il caso Emanuela Orlandi - prosegue l'avvocato - è un nervo ancora scoperto all’interno della Santa Sede dove ci sono diverse anime: c’è chi vorrebbe condividere le informazioni che il Vaticano ha e c’è chi non le vuole condividere per continuare il percorso di silenzio che va avanti da 36 anni. Purtroppo non c’è la volontà di far luce su questa vicenda".

Sulla vicenda delle tombe vuote al Cimitero Teutonico spiega: “Per quale motivo non sono stati acquisiti preventivamente tutti i documenti relativi alle due tombe? E dire che di tempo ne hanno avuto. Da quando è stata autorizzata l’apertura, il 27 giugno, fino a quando ci siamo ritrovati tutti al Teutonico l’11 luglio scorso, penso che in quasi due settimane, se non lo avevano fatto prima, e doveva essere fatto prima, qualche notizia poteva tranquillamente circolare".

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