Per omicidio colposo aggravato
L’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è stato condannato a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato in violazione delle norme per la prevenzione sul lavoro nel processo Eternit bis. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Novara al termine di oltre 7 ore di camera di consiglio. Per lui l’accusa aveva chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno, le difese l’assoluzione perché il fatto non sussiste o, in subordine, non costituisce reato. Schmidheiny era accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di 392 persone decedute per amianto a Casale Monferrato e dintorni. L’imprenditore aveva gestito lo stabilimento Eternit di Casale dal 1976 al 1986.
Per l’imprenditore svizzero la Corte d’Assise di Novara ha fissato una provvisionale di oltre 100 milioni di euro, di cui le cifre più cospicue sono per il comune di Casale Monferrato, 50 milioni di euro, e per la presidenza del Consiglio dei ministri, 30 milioni.