Giuseppe Piraino in passato aveva denunciato il pizzo e di recente delle minacce
Truffa sul 'bonus facciata' a Palermo: sequestrati dalla Guardia di Finanza beni per 3,5 milioni di euro a Giuseppe Piraino, noto imprenditore antiracket. Il provvedimento è stato disposto al culmine "di un’articolata indagine in materia di fittizi interventi di riqualificazione edilizia condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo sotto l’egida e il costante coordinamento dell’Autorità Giudiziaria".
Piraino era diventato un simbolo dell'antimafia quando, nel 2018, aveva denunciato i suoi estorsori. Gli uomini del pizzo erano andati a chiedergli i soldi della messa a posto nei cantieri edili dove l’impresa di Pirano, la Mosina Costruzioni, stava lavorando nei rioni Capo e Borgo Vecchio. In quella occasione aveva incontrato gli estorsori e li aveva filmati con una telecamerina nascosta e la foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Da lì scattarono successivamente degli arresti.
Di recente Piraino, che in passato aveva denunciato il pizzo, aveva detto di avere ricevuto delle minacce "con un messaggio" su cui c'era scritto: "Tu e quel pezzo di merda di La Vardera dovete morire". Per questo motivo il deputato Ismaele La Vardera ha presentato denuncia.
"Sono indagato e ho subito anche una perquisizione personale. Ma sono sereno. Non ho mai intascato dei soldi dai bonus edilizi", afferma Piraino. "Da tre anni urlo che le imprese rischiano il fallimento, ho fatto delle guerre per evitare di arrivare a fondo. E il fondo è proprio questo: che i crediti non valgono più", dice Piraino, che in passato aveva denunciato i suoi estorsori. "Ora che si possa dire che io ho usufruiti dei crediti per fare la bella vita, questo saranno i tribunali a dirlo- dice - Perché sicuramente non mi sono arricchito con i bonus, anzi. Abbiamo rimessi soldi personali a valanga, questo lo sanno sia i miei tecnici che gli avvocati e le persone che hanno lavorato con me. Sui cantieri non completati abbiamo detto che abbiamo salvato il salvabile, dando i crediti ad altre imprese. La verità è una: che io ho piena fiducia nella giustizia, mi sento serenissimo. Abbiamo operato nella migliore delle maniere. Se ci sono lavori non compiuti, certo non è perché mi sono preso i crediti, sono nei cassetti e sono invenduti ed è un dato di fatto".
Aggiunge: "Come sempre ci metto la faccia. Sono sereno, ripeto, Sono indagato e sarà un giudice a sentenziare, se ho fatto qualche errore sono pronto a pagare. Ma non ho intascato soldi. Anzi di soldini personali ne abbiamo messi parecchi. Fino all'ultimo mese di luglio, abbiamo fatto un concordato con la Cgil per pagare gli stipendi a 200 operai. Qui teste di legno non ce ne sono".
A dare il via agli accertamenti è stato un esposto presentato dalla proprietaria di un immobile sito in un condominio di Palermo in cui si evidenziavano "delle irregolarità nei lavori di ristrutturazione della facciata dello stabile condominiale". Di qui l’avvio di un’approfondita attività investigativa che si è sviluppata attraverso la consultazione di banche dati, la disamina di copiosa documentazione tecnica acquisita presso il Comune di Palermo, l’esecuzione di molteplici sopralluoghi presso i cantieri e l’escussione di oltre 30 amministratori di condomini. "All’esito delle attività è stato possibile appurare la totale o parziale assenza dei lavori, nonché la carenza della documentazione a supporto degli stessi, giungendo a quantificare in circa 7 milioni di euro l’ammontare complessivo dei “bonus facciate” inesistenti", spiegano le Fiamme gialle.
In alcuni casi, in particolare, nonostante la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (C.I.L.A.) sia stata trasmessa agli Enti competenti nel 2022, la consegna del cantiere con contestuale avvio dei lavori è stata retro-datata al 30 dicembre del 2021, in modo da non perdere il diritto alla detrazione nella misura del 90%. Sono in corso le attività di perquisizione presso l’azienda e gli altri luoghi nella disponibilità del legale rappresentante della società di costruzioni, allo stato indagato per i reati di indebita compensazione di crediti e di truffa aggravata volta al conseguimento di erogazioni pubbliche. "La presente attività di servizio, svolta in stretta sinergia con la Procura della Repubblica di Palermo, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo, a contrasto delle frodi in materia di agevolazioni fiscali concesse a sostegno di famiglie e imprese, a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese". "Si evidenzia, infine, che in attesa di giudizio definitivo, trova applicazione, per tutti gli indagati, il principio della presunzione di innocenza", dice la Gdf.