L’imprenditore liberato in Nigeria è stato ascoltato dai magistrati
"Nei giorni del sequestro ho cambiato molti nascondigli, trasferimenti massacranti in moto. Dormivamo nella boscaglia ma sono stato trattato bene, non ho subito violenze". Lo ha detto l’imprenditore di Cuneo, Sergio Favalli, liberato ieri in Nigeria dopo 13 giorni di sequestro, sentito oggi nella caserma del Ros di via Salaria dai magistrati della Procura di Roma, dove c’è un fascicolo aperto per sequestro di persona con finalità di terrorismo.
L’imprenditore, trasferitosi da anni in Nigeria, ha riferito al procuratore aggiunto Francesco Caporale e al sostituto Sergio Colaiocco le fasi del sequestro. "Ero a bordo di un taxi che mi stava riportando a Kaduna, dove vivo. Mi ero addormentato ma ad un tratto mi sono svegliato con un kalashnikov puntato alla gola. Un gruppo di dieci miliziani mi ha prelevato e subito portato nella boscaglia. Dormivamo in giacigli di fortuna, ma non mi hanno fatto mai mancare il cibo e non sono mai stato in catene. I trasferimenti duravano ore". Martedì i sequestratori gli hanno detto che sarebbe stato liberato. "Mercoledì notte abbiamo fatto l'ultimo trasferimento e giovedì mattina mi hanno lasciato vicino ad una abitazione dove ho chiesto aiuto" ha concluso Favalli.