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Influenza in calo ma ancora tanti casi in bimbi under 5

27 gennaio 2024 | 13.24
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I pediatri: "Hanno un sistema immunitario più fragile. I bambini molto piccoli si contagiano di più perché non sanno proteggersi, ma è sempre stato così"

Un bambino all'asilo (Fotogramma)
Un bambino all'asilo (Fotogramma)

L'influenza sta scemando ma ancora colpisce i più piccoli, gli under 5 dove si registra una lieve risalita dei casi. "Quella tra 0-4 anni è la fascia più colpita dall'influenza, ma non è una novità perché questi bambini hanno un sistema immunitario ancora non competente, ovvero non riesce a contenere l'attacco dei virus respiratori e quindi si ammalano di più e con una frequenza anche più alta", dice all'Adnkronos Salute Antonio D'Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). "Questi agenti patogeni si trasmettono con grande facilità nel contesto scolastico e sociale", dato che "questa fascia d'età non adotta nessuna misura di distanziamento, si tossiscono e starnutiscono in faccia. Poi dobbiamo considerare che veniamo dal post pandemia Covid dove questi virus non hanno praticamente circolato tra la popolazione viste le misure come mascherine e lockdown. Ecco la ripresa dei casi di influenza lo scorso anno e quest'anno".

D'Avino interviene sui dati dei bollettini della sorveglianza RespiVirNet pubblicati dall'Istituto superiore di sanità. Negli ultimi 7 giorni monitorati è "ancora in netto calo il numero di casi di sindromi simil-influenzali", si legge, ma l'incidenza "resta sostenuta. Nella terza settimana del 2024 è a 11,6 casi per mille assistiti, mentre nella settimana precedente era 14,4". "Non solo l'influenza, abbiamo osservato tanti casi di virus respiratorio sinciziale sotto l'anno di vita - aggiunge - bambini con bronchiolite che hanno difficoltà a respirare", e su questo punto il presidente della Fimp fa chiarezza sull'affollamento dei pronto soccorso: "E' vero che gli ospedali si sono lamentanti di aver ricoverato molti di questi casi, ma andrebbe detto che quella è la punta di un iceberg. Diciamo che un bambino su 20 di quelli che curiamo noi pediatri sul territorio finisce in ospedale. Siamo un filtro rispetto a numeri ben più grandi che potrebbero recarsi in ospedale".

Il suggerimento della Fimp è "di programmare meglio, sappiamo da anni che ci sono periodi particolari durante l'anno dove c'è un picco di casi pediatrici colpiti dai virus respiratori, facciamo in modo - sottolinea D'Avino - di preparare meglio la medicina territoriale. Noi abbiamo un progetto per l'assistenza nei prefestivi e festivi con le consulenze pediatriche. Così potremmo - conclude - arrivare ad intercettare il 95% dei casi".

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