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Sea Watch, che succede adesso?

(AFP)
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31 gennaio 2019 | 09.15
LETTURA: 4 minuti

Sbloccata la situazione della nave Sea Watch, rimasta per 12 giorni alla fonda di Siracusa e autorizzata ad andare al porto di Catania per lo sbarco dei 47 migranti a bordo, tra cui 15 minori. Cosa succederà adesso? I 32 migranti adulti sono trasferiti in pullman nell'hotspot di Messina, mentre i minori accolti nelle strutture adatte a Catania. L'hotspot di Messina è al momento vuoto: da quando si è saputo che i maggiorenni sarebbero andati nel centro della città dello Stretto, è partita la macchina organizzativa della Prefettura.

Nei centri resteranno in attesa delle identificazioni, dopodiché ci sarà la fase dei trasferimenti nei Paesi europei che sono pronti ad accoglierli, cioè Germania, Francia, Portogallo, Romania, Malta e Lussemburgo.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini spera che ci sia un'indagine "per fare chiarezza sul comportamento della Ong", "in base alla documentazione raccolta". Una volta arrivata a Catania, ha detto il vicepremier, "spero ci sia un procuratore che verifichi se questi" della Sea Watch "sono generosi benefattori oppure complici degli scafisti".

LE VISITE - Intanto, prima dello sbarco, è prevista una visita medica ai migranti, sia agli adulti che ai 15 minori, otto dei quali sono non accompagnati.

I MINORI - Per quanto riguarda questi ultimi, il Tribunale per i minorenni di Catania - su ricorso della Procura minorile del capoluogo etneo - ha emesso provvedimenti di nomina di tutore per ciascuno di loro, al fine delle attività di tutela previste dalla disciplina interna e dalla normativa internazionale.

IL GARANTE -
E anche la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto la centralità della figura del tutore per i minori stranieri non accompagnati presenti sulla nave. "È attraverso il tutore - spiega l'Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano - che possono essere esercitati tutti i diritti dei ragazzi arrivati soli nel nostro Paese".

I DIRITTI - "Le decisioni sul presente e sul futuro di ciascun ragazzo – dice – devono essere ora assunte valutando caso per caso la storia personale, familiare e sociale. Lo richiede il rispetto del principio del superiore interesse del minore sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza".

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