La mostra 'Henri Rousseau. Il candore arcaico' che propone per la prima volta in Italia l'opera del Doganiere Henri Rousseau, in corso da marzo al Palazzo Ducale di Venezia, è stata prorogata al 6 settembre prossimo. Ospitato nell'Appartamento del Doge, l'allestimento si avvale dei prestiti eccezionali dei Musées d'Orsay et de l'Orangerie di Parigi e presenta numerosi altri capolavori provenienti dalle più importanti istituzioni internazionali. Nata da un’idea di Gabriella Belli e Guy Cogeval, commissari dell’esposizione, la mostra che la Fondazione Musei Civici di Venezia dedica al Doganiere è stata realizzata con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna ed è prodotta da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE.
Suddivisa in otto sezioni tematiche, l'esposizione è il frutto di un percorso di studi iniziato più di tre anni fa e sfociato in una ricerca che ha messo nella giusta luce critica e storiografica l’opera di Rousseau, figura di riferimento per i grandi protagonisti delle avanguardie storiche, per intellettuali come Apollinaire e Jarry, per grandi collezionisti come Wilhelm Uhde e Paul Guillaume, ma anche per tanti pittori che precedettero e superarono le avventure del cubismo e del futurismo: da Cézanne a Gauguin, da Redon a Seurat, da Morandi a Carrà, da Frida Kahlo a Diego Rivera, per non dire di Kandinskij e Picasso.
Tutti artisti presenti in mostra con opere che dialogano coerentemente con quelle dipinte dal Doganiere nella sua breve ma intensa stagione creativa, tra il 1885 e il 1910, cui si affiancano lavori esemplari di antichi maestri, per indagare, con un taglio critico assolutamente nuovo, quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli corre parallela al classicismo e della quale l’opera di Rousseau sembra essere lo spartiacque tra Otto e Novecento.