"Mio padre era un deportato. Sul fascismo non dovete rompermi il caz..". Paolo Del Debbio, conduttore di Diritto e Rovescio, respinge categoricamente le accuse mosse nei suoi confronti dopo la puntata in cui è andato in scena il confronto ravvicinato tra 'Brasile' e Vauro.
"Io in coscienza sono tranquillo e vado avanti. Io in qualche modo, dicono, sdoganerei il fascismo. Io sono figlio di un deportato, mio padre stava nel campo di Buchenwald, a 30 km da Berlino. Lo Stalag 3A... mio padre ha fatto domanda per la pensione di guerra, morì senza che gli fosse data", le parole di Del Debbio.
"Mi ha raccontato molto, io so qual è la parte sbagliata e quella giusta, non ho avuto dubbi su quel periodo. Ci sono vissuto. Quel poco che mi ha detto mio padre, mi ha reso cosciente di cosa possa voler dire un regime totalitario e un campo di prigionia. Per cui sul fascismo non mi dovete rompere il cazzo... Io so esattamente cos'è giusto e cosa non è giusto a proposito di questo tema. Dovete trovare una sola cosa dalla quale si possa evincere quello che dite. Non c'è", aggiunge.
