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La maximulta

Bollette luce: addio ai consumi stimati?

17 giugno 2016 | 10.27
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Maximulta di 14,5 milioni di euro inflitta dall'Antitrust a tutti i big dell'energia : Acea, Edison, Eni, Enel energia ed Enel servizio elettrico per via di bollette con consumi stimati (che hanno portato a richieste di pagamento eccessive ai consumatori) eccessivi ritardi e ostruzionismo nel restituire il dovuto agli utenti. Come scrive 'Studio Cataldi', a finire nel mirino dei provvedimenti dell'autorità sono le pratiche aggressive perpetrate per aver messo in atto "meccanismi di fatturazione e ripetute richieste di pagamento per bollette non corrispondenti a consumi effettivi".

Anche "gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi" sono stati incriminati, visto che l'utente segnalava errori in bolletta e nessuna delle compagnie multate si è mai dimostrata sollecita nel controllarne l'esistenza. Inoltre, nelle more venivano proseguite le attività di riscossione nei confronti degli utenti, con la messa in mora e il successivo distacco della fornitura anche senza preavviso. Una volta effettuati i conguagli, poi, in alcuni casi economicamente rilevanti per le famiglie, le società in questione non prospettavano la possibilità di rateizzare, addebitando (come nel caso delle due società del gruppo Enel) interessi di mora per ritardato pagamento, anche nel caso di bollette recapitate in ritardo, con reclamo in corso.

Tuttavia, la megasanzione è stata giudicata insufficiente dalle associazioni dei consumatori viste le "scorrettezze perpetrate"."C'è da chiedersi perché l'Autorità per l'Energia - scrivono Federconsumatori e Adusbef in una nota congiunta - che da anni è a conoscenza di tale situazione, non sia intervenuta prima modificando le norme, specialmente quelle sull'attivazione dei contatti non richiesti, a favore dei cittadini e non a favore delle aziende".

"A fronte di questi comportamenti inappropriati - si legge ancora nella nota - che penalizzano da anni gli utenti, le sanzioni comminate sono del tutto insufficienti". Le motivazioni? "L'importo irrisorio" e il fatto che "al danno si aggiunge anche la beffa, perché ricorrendo al Tar le aziende finiscono quasi sempre per scampare al pagamento di tali importi". Ecco perché oltre alle sanzioni chiedono che "si preveda anche un meccanismo di sospensione delle autorizzazioni ad operare nel mercato per le aziende coinvolte".

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