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Confcooperative, Gardini: "Cresce il Pil ma aumentano le diseguaglianze"

Il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini: "Povertà costringe 12% italiani a non curarsi e fa desistere 500.000 giovani dai 18 ai 24 anni ad abbandonare percorsi di formazione senza aver conseguito un titolo di studio".

Confcooperative, Gardini:
15 giugno 2023 | 17.04
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"Cresce il Pil più delle aspettative, ma aumentano le diseguaglianze". E' l'allarme lanciato dal presidente di Confcooperative Maurizio Gardini nella sua relazione alla 41ma assemblea annuale 'Abbiamo cura del Paese' a Roma. "E se non cresce il Bes è inevitabile uno squilibrio nella distribuzione della ricchezza" ha rimarcato sostenendo che la cooperazione è pronta a "curare il Paese". E "drammatica è la situazione del 12% di italiani che nel 2022 hanno scelto di non curarsi per mancanza di disponibilità economica pur avendone bisogno" osserva, dati alla mano.

"Anche l’invecchiamento e la non autosufficienza subiscono una selezione nella possibilità di assicurarsi servizi di assistenza con 3 milioni di persone, il 63,1% sono over 64enni, che soffrono di gravi limitazioni nelle funzioni quotidiane. Sono 12.639 le strutture residenziali socioassistenziali e sociosanitarie con 307.000 posti letto per anziani: il 70,3% è nelle regioni del Nord. Impari il confronto con altri paesi europei, rispetto ai 441 posti letto per 100 mila abitanti destinati alla lungo degenza in Italia, la Germania è in grado di offrirne 1.166, la Svezia 1.293 e i Paesi Bassi 1.373. In tutti i casi si tratta di un’offerta almeno tre volte".

Una fotografia allarmante anche in tema di lavoro in quanto c’è sulla carta ma mancano i lavoratori. "Il mismatch mina la competitività delle imprese, costa 1,2% di Pil e 21 miliardi di euro" evidenzia una stima del Censis diffusa in occasione dell'assemblea. Questo dato riguarda le imprese, grandi piccole e micro, tanto che 1 cooperativa su 2 non trova le figure di cui necessita, evidenzia il Centro Studi Confcooperative precisando che le imprese di Confcooperative occupano 540.000 persone e che ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano professionalità, dal socio sanitario all’area tecnico scientifica, dall’agroalimentare al trasporto e ai servizi turisti e culturali.

Inoltre, evidenzia Gardini, "abbiamo 3,8 milioni di lavoratori poveri che ricevono una retribuzione annuale uguale o inferiore ai 6.000 euro e sono oltre 3 milioni i lavoratori irregolari o in nero. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che il 10,2% dei lavoratori sono in povertà relativa, dato che sale al 17,3% per gli operai e al 18,3% per gli occupati nelle regioni del Sud", osserva Gardini in base alle rilevazioni Censis su dati Istat ed Eurostat. Di qui la richiesta di investire sulle imprese virtuose che generano lavoro dignitoso, riducendo ulteriormente il cuneo fiscale che pesa circa il 10% in più della media Ocse.

Le ristrettezze economiche rimandano ad altre due tipologie di povertà: abitativa ed educativa, evidenza Confcooperative. Infatti 500.000 giovani, più di 11 giovani su 100, nella fascia 18-24 anni, abbandonano i percorsi di formazione senza aver conseguito un titolo di studio. Ed inoltre, circa 3 milioni di famiglie vivono nel sovraffollamento e lo indicano come il principale fattore di tensione e di criticità per la propria condizione personale. Il fenomeno riguarda 1,8 milioni di famiglie che vivono in affitto, il 35,6% del totale e 1 milione di famiglie proprietarie, circa il 15,2% del totale".

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