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Diesel e Unido insieme per progetto sistema riciclo scarti tessuto

Il marchio di Otb sta per lanciare 28mila paia jeans realizzate usando almeno 20% fibre riciclate

Diesel e Unido insieme per progetto sistema riciclo scarti tessuto
08 giugno 2023 | 14.59
LETTURA: 3 minuti

Diesel, il brand italiano di denim parte del gruppo Otb, e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (Unido), stanno collaborando ad un progetto pilota per la creazione di un sistema di riciclo a circuito chiuso per gli scarti di tessuto. Come risultato significativo di questa collaborazione, Diesel sta per lanciare nel mercato 28.000 paia di jeans realizzate utilizzando almeno il 20% di fibre riciclate, derivate dagli scarti di taglio provenienti dalla filiera tunisina di Diesel. Unido e Diesel si sono principalmente focalizzati sulla creazione di un ecosistema di imprese locali in Tunisia per valorizzare i rifiuti tessili pre-consumo, ad iniziare dalla separazione degli scarti di taglio presso le fabbriche di abbigliamento. Questi vengono poi convertiti in fibre di cotone rigenerato utilizzando un processo di riciclaggio meccanico, e reintrodotti nel processo di filatura e tessitura per tessuti in denim.

Questo progetto pilota, che fa parte del Programma SwitchMed finanziato dall'Unione Europea, è incentrato su una stretta collaborazione con gli stakeholder locali lungo la catena di fornitura del denim in Tunisia, al fine di mostrare le infrastrutture e i processi necessari per la raccolta, la selezione e il riciclo a circuito chiuso dei rifiuti tessili pre-consumo. Finora, circa 7.500 kg di scarti di taglio tessile provenienti dalla produzione di denim Diesel in Tunisia, sono stati raccolti, differenziati e inviati a impianti di riciclo. Queste strutture hanno prodotto 46.000 metri di tessuti riciclati, da cui sono stati fabbricate 28.000 paia di pantaloni in denim. Inoltre, altri 4.200 kg di scarti tessili sono stati inviati ad impianti di riciclo per essere incorporati nei tessuti per le prossime collezioni Diesel.

"Questa iniziativa - afferma Andrea Rosso, ambasciatore della sostenibilità Diesel - sostiene la strategia di sostenibilità a lungo termine Diesel For Responsible Living, e ci sta aiutando a garantire il raggiungimento dei nostri obiettivi nel sostenere un consumo più responsabile e modelli di produzione più circolari, in linea con l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 12 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Qui in Diesel promuoviamo modi creativi per riutilizzare o riciclare prodotti e rifiuti lungo tutta la nostra catena del valore e crediamo che gli scarti di produzione debbano essere trattati come una risorsa e un modo per creare innovazione con il nostro stesso prodotto. Un uso più responsabile delle materie prime può essere ottenuto attraverso modelli di business circolari lungo l'intera filiera, con il fondamentale coinvolgimento dei fornitori".

Con questo progetto e la collaborazione di Unido, rimarca ancora Rosso, "ci assicuriamo che gli scarti di taglio di qualità vengano utilizzati in nuovi capi, mentre la parte restante verrà riutilizzata in altre catene di fornitura, creando un circolo virtuoso per gli scarti derivanti dai processi di taglio dei tessuti. I primi tessuti riciclati provenienti da questo progetto sono stati inseriti nella collezione Diesel autunno inverno 2023 e saranno inclusi anche nella prossima primavera estate 2024". I rifiuti tessili generati durante le fasi di produzione dei capi sono solitamente utilizzati in applicazioni di valore inferiore o semplicemente scartati e mandati in discarica. Trasformare scarti tessili 'pre-consumo' in fibre, filati e tessuti di valore è diventato sempre più cruciale, ora che l'industria della moda globale sta assumendosi una maggiore responsabilità per una produzione sostenibile.

Secondo Roberta De Palma, una chief technical adviser di Unido, "creare dei sistemi di produzione circolare dovrebbe coinvolgere tutti gli attori della filiera, in particolare quelli all'inizio della produzione. Questo progetto pilota dimostra che captare il valore dei rifiuti all'interno della catena di approvvigionamento locale in Tunisia non solo è tecnicamente fattibile, ma anche economicamente e ambientalmente più interessante e vantaggioso che trasportare quei rifiuti in altre regioni per il riciclaggio, o peggio ancora scartarli del tutto".

Secondo un recente studio, commissionato da Unido, l'industria tessile tunisina produce circa 31.000 tonnellate di rifiuti tessili, di cui 55% vengono classificati come scarti. L’utilizzo di fibre riciclate potrebbe ridurre significativamente l'impatto ambientale del settore, risparmiando acqua, riducendo le emissioni di carbonio e minimizzando il rilascio di sostanze chimiche pericolose.

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