La cessione ad ExxonMobil del 25% della Area 4 di Eni nell'offshore del Mozambico per 2,8 miliardi di dollari "è la riprova che la nostra innovativa strategia sull'esplorazione funziona e rappresenta un importante riconoscimento anche per l' Italia". Lo sottolinea in un'intervista alla 'Stampa' l'a.d. dell'Eni, Claudio Descalzi, ricordando come l'esplorazione abbia per il gruppo "una doppia valenza. Da un lato ci consente di promuovere progetti nuovi da cui, per esempio, è giunto il rimpiazzo delle riserve registrato nel 2016. Dall' altro ci permette di fare una velocissima monetizzazione. Tra il Mozambico e altre 4 operazioni simili negli ultimi 4 anni abbiamo realizzato 9 miliardi di dollari".
"In un momento in cui tutti stanno vendendo asset produttivi - aggiunge l'ad di Eni - noi abbiamo venduto asset esplorativi: sono stati riconosciuti unicamente per il loro potenziale. E li abbiamo venduti alle prime 4 società petrolifere al mondo".
Commentando il recente calo del petrolio, sceso sotto i 50 dollari, Descalzi osserva: "Non siamo preoccupati" anche perché, aggiunge, "la domanda è costante e i tagli dell'Opec per l' 80-90% sono stati fatti. La tendenza resta positiva". Quanto alla possibilità che l'ultimo 'colpo' possa facilitarne la riconferma ai vertici di Eni, Descalzi afferma: "Questo non lo so. So solo che gli ultimi tre anni sono stati i più difficili e la nostra società ha segnato molti record".