"Non siamo gruppo da risanare e non è vero che si sta distruggendo Repubblica"
"Mio padre ha dato un'intervista al 'Corriere della Sera' che contiene un attacco a mio fratello Rodolfo e a me, un tema per noi doloroso, che si colloca sul piano personale e sul quale pertanto non desidero formulare commenti. Ma ciò su cui non posso esimermi dall'intervenire sono i giudizi pronunciati sul Gruppo e sulla sua situazione, in quanto essi sono infondati e gravi". Lo afferma il presidente di Gedi Marco De Benedetti in una lettera ai dipendenti in cui spiega che "siamo molto meglio di come veniamo dipinti. Non siamo un Gruppo sconquassato, non siamo un Gruppo da Risanare, non siamo una barca senza timoniere", afferma.
Riferendosi all'offerta di Carlo De Benedetti per l'acquisto del 29,9% di Gedi detenuto da Cir, "con l'impegno di Cir a disfarsi del restante circa 15% distribuendolo a tutti i suoi azionisti" il presidente di Gedi ricorda che "i termini dell'offerta sono stati giudicati irricevibili, valutazione che è poi stata confermata dalle analisti terze di cui si è letto nei giorni successivi".
"Immagino che sarete stati colpiti dallo scambio di comunicati; lo avremmo evitato se, come proposto da mio padre nella sua lettera, ma poi da lui stesso non mantenuto, si fosse attesa la celebrazione del Consiglio di amministrazione di Cir per discuterne e addivenire a una pacata determinazione". "Non deve sfuggire che il 45% di Gedi non appartiene a noi fratelli ma bensì a Cir di cui possediamo circa il 30% mentre il restante 70% è di altri azionisti che ci hanno affidato la gestione e di cui dobbiamo tutelare gli interessi secondo le regole e modalità del mercato".
"Una nota particolarmente dolorosa e ingiusta è poi quella riguardante la Repubblica: non è vero che la si sta distruggendo. Al contrario stiamo registrando segnali incoraggianti come non si vedevano da anni, frutto del lavoro di tutta la redazione” afferma il presidente di Gedi.
Il gruppo Gedi “è leader nella stampa quotidiana, con il 20% del mercato e testate straordinarie come la Repubblica, la Stampa e tutti i giornali di diffusione locale", è inoltre "leader nel digitale, dove abbiamo sempre investito sui nostri brand e su nuovi brand; siamo partiti prima degli altri e abbiamo costantemente accresciuto il vantaggio". Inoltre è leader “nelle radio, settore in cui grandi gruppi, Mondadori e Rcs, hanno tentato di svilupparsi senza riuscirvi". Nella lettera Marco De Benedetti rileva come la società editoriale abbia reagito "rapidamente e efficacemente alla crisi e alla riduzione del mercato con ristrutturazioni sempre improntate a contenere l'impatto per i nostri collaboratori". Ed elenca poi i risultati "di cui mio padre era fiero e che - dice - restano tanto veri oggi come lo erano fino a poco tempo fa, quando ancora presiedeva il gruppo".
“Come tutti gli editori - spiega - affrontiamo da 10 anni sfide enormi, con sacrifici, ma senza traumi: abbiamo innovato e investito sulle nuove piattaforme e come sapete abbiamo un ambizioso piano di sviluppo digitale che mira all’incremento del fatturato, con un focus particolare sugli abbonamenti".
“Abbiamo preservato - prosegue - testate e mezzi, senza ricorrere alla vendita o alla svendita per sopravvivere" e “non siamo ricorsi a formule o architetture suggestive (la fondazione per esempio), ma che non risolvono di per sé i problemi posti dal mestiere che facciamo, che solo possono contrastarsi con visione, buona gestione, duro lavoro e professionalità". “Abbiamo mantenuto - dice ancora De Benedetti - l’identità del gruppo" nonché “indipendenza dell’informazione delle nostre testate e autonomia delle nostre relazioni” che “rappresentano per noi un valore imprescindibile”.
Scrive Marco De Benedetti ai dipendenti: “Voglio assicurarvi da azionista che teniamo molto a questo gruppo, sul quale ci impegniamo con il senso di responsabilità che abbiamo e sentiamo nei confronti di tutte le nostre attività e con la piena consapevolezza di ciò che esso è, rappresenta, e continuerà a rappresentare per il paese. Come dimostrato in questi anni, continueremo con impegno io, mio fratello Rodolfo e Monica Mondardini a svolgere il nostro ruolo di azionisti della società in modo da garantirle il miglior futuro”.