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Fmi: Italia ha una finestra di opportunità per crescere, avanti con riforme

18 maggio 2015 | 17.11
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"C'è una finestra di opportunità" che l'Italia - che "sta emergendo lentamente da una pesante recessione" - deve sfruttare per "rilanciare la sua economia", in particolare "per portare avanti le riforme più importanti e rafforzare la crescita". E' il messaggio lanciato dal Fondo Monetario Internazionale nel rapporto annuale sulla nostra economia

Fmi: Italia ha una finestra di opportunità per crescere, avanti con riforme

"C'è una finestra di opportunità" che l'Italia - che "sta emergendo lentamente da una pesante recessione" - deve sfruttare per "rilanciare la sua economia", in particolare "per portare avanti le riforme più importanti e rafforzare la crescita". E' il messaggio lanciato dal Fondo Monetario Internazionale nel rapporto annuale, il cosiddetto Articolo IV, sulla nostra economia.

Presentando il documento alla stampa italiana Petya Koeva Brooks, capo missione dell'Fmi per il nostro paese, ha sottolineato come l'analisi si sia concentrata su 3 aree: "il basso livello della produttività, la riparazione dei bilanci bancari e il taglio della spesa finalizzato ad abbassare le imposte".

La Koeva Brooks ha spiegato che dal momento che "c'è una ripresa in vista, abbiamo rivisto al rialzo le nostre stime sull'economia italiana, con un Pil a +0,7% nel 2015 e a +1,2% in 2016. Per l'anno in corso lo abbiamo fatto alla luce dei risultati del primo trimestre migliori delle nostre attese, mentre per il prossimo anno siamo ancora piuttosto prudenti perché vogliamo vedere in che misura ci sarà la ripresa degli investimenti".

Il fondo definisce "incoraggiante che l'agenda del governo includa iniziative ambiziose" sul fronte della produttività, della riforma del settore bancario e degli obiettivi di bilancio. Fra queste, si sottolinea il Jobs Act, la riforma della pubblica amministrazione, quella dei servizi pubblici e della giustizia civile, la revisione delle normative sugli appalti pubblici. "Ora - ricorda il Fondo - la sfida è quella di mantenere lo slancio di riforma e portare in concreto un reale cambiamento".

Sul fronte bancario, il Fondo ricorda come dopo "una crisi prolungata che ha pesato gravente sulle imprese e sulle banche italiane" i prestiti in sofferenza hanno raggiunto un livello record del 18 per cento (per la maggior parte legati alle aziende) "diventando una questione di importanza sistemica". Si tratta, ha ricordato Petya Koeva Brooks, capo missione dell'Fmi per il nostro paese, di sofferenze che hanno raggiunto i 197 miliardi di euro, somma che arriva a 350 miliardi contando anche gli incagli.Di qui l'invito è ad azioni che "rafforzino i bilanci delle banche e delle imprese" liberando "risorse per nuovi prestiti a imprese e settori produttivi". Il riferimento è anche a una Bad Bank che "se opportunamente concepita e in linea con le norme europee sugli aiuti di Stato, potrebbe far ripartire il mercato degli asset tossici".

Quanto alle banche il Fondo sollecita a definire "limiti di tempo per la cancellazione delle sofferenze incoraggiando le banche ad affrontare il problema in tempi più rapidi e riducendo lo stock di sofferenze".

Tirata d'orecchio dal Fondo, invece, sulle privatizzazioni, visto che su questo punto "nel Def sono stati abbassati gli obiettivi rispetto alla legge di bilancio. Sarebbe opportuno ritornare a quei target più ambiziosi, approfittando delle favorevoli condizioni di mercato".

Sul fronte di bilancio pubblico la Koeva Brooks ha osservato: "Per quest'anno riteniamo adeguato il modesto consolidamento fiscale dello 0,25% del Pil previsto dal Def". L'Italia - ha riconosciuto - "ha fatto grandi sforzi sul fronte del surplus primario ma resta una duplice sfida: sostenere la crescita e ridurre il debito".

Quanto all'incognita pensioni, ha spiegato la rappresentante dell'Fmi, "riteniamo che l'indicizzazione non debba modificare gli obiettivi fiscali sia per quest'anno che per il futuro".

"La clausola di salvaguardia dovrebbe essere compensata da tagli alla spesa - si legge nel rapporto dell'Fmi - per evitare dannosi incrementi delle rasse". Il Fondo evidenzia poi come "un moderato uso della glessibilità offerta dal Patto di Stabilità e Crescita potrebbe sostenere il programma di riforme strutturali e creare spazio per ulteriori tagli di imposte".

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