Per la Cna, la diminuzione "va interamente intestata all’abolizione della componente lavoro dell’Irap". Si tratta di "un passo nella giusta direzione, che però aspetta conferme dalle decisioni che prenderanno i Comuni nei prossimi mesi"
Inizia a diminuire la pressione fiscale sulle pmi: continuano a subire un fisco fra i più voraci d’Europa, ma questa voracità sta cominciando, di poco e lentamente, a calare. Nel 2015 il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) si profila con un calo dell’1,7%, passando dal 63,9% del 2014 al 62,2%. Siamo ancora, come si vede, ben al di sopra del 59,2% raggiunto nel 2011, l’anno zero del federalismo fiscale. Lo rileva il Rapporto 2015 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa, curato dal Centro studi e dal Dipartimento politiche fiscali, che viene presentato oggi 28 aprile in occasione del convegno 'Comune che vai, fisco che trovi'.
Il calo del 2015, spiega il report di Cna, "va interamente intestato all’abolizione della componente lavoro dell’Irap". Un beneficio, osserva lo studio, "che poteva essere ben più corposo, se non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (Ivs)".
Il taglio dell’Irap "si è trasformato in reddito d’impresa, quindi immediatamente soggetto all’Irpef" aggiunge. Tornando alla riduzione possibile nel 2015, per Cna, "è un passo nella giusta direzione, che però aspetta conferme dalle decisioni che prenderanno i Comuni nei prossimi mesi. Se i sindaci decidessero di compensare i tagli, già stabiliti, dei trasferimenti dello Stato centrale, rimettendo mano ai tributi locali, potrebbero attenuare fino a farlo scomparire il beneficio fiscale indotto dal taglio dell’Irap".