E' una crescita record quella che si registra nelle imprese italiane guidate da donne. Negli ultimi tre anni le aziende 'in rosa' sono cresciute nel nostro Paese di 32.000 unità, con un'incidenza sul totale che passa dal 21,45% del settembre 2014 al 21,83% del settembre 2017. In testa a questa esclation di iniziative imprenditoriali femminili si colloca Roma, ad un passo da quota 100mila, che conta una crescita di 6.213 aziende di donne nel triennio, con oltre 2mila unità in più in un solo anno, una media tripla di quella italiana. Alla Capitale seguono Napoli (+4.015) e Milano (+3.934).
La fotografia emerge dalla Camera di Commercio di Roma e dall’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere, dati che hanno fatto da sfondo all'ultima tappa, oggi a Roma, della decima edizione del "Giro d’Italia delle donne che fanno impresa". Obiettivo del roadshow è "dare visibilità all'imprenditoria femminile, informare le imprenditrici e offrire strumenti formativi a chi aspira a diventarlo" scandisce con l'Adnkronos il Vice Segretario Generale di Unioncamere Nazionale, Tiziana Pompei.
Pompei ha tirato il bilancio del lungo roadshow dedicato alle donne che fanno impresa nel corso di un confronto promosso con la Camera di Commercio di Roma al Tempio di Adriano, cui ha partecipato, tra gli altri, anche la presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise, unica donna al vertice di un'associazione di imprese.
L'attività del 'Giro d'Italia' di Unioncamere, spiega Tiziana Pompei, "si è arricchita anche di un Osservatorio di genere che censisce le imprese femminili, arrivate ad oggi 1,3 milioni e in costante crescita". "Attualmente 22 imprese su 100 sono femminili, è comunque poco ma si può ancora lavorare" assicura.
I settori in cui le donne decidono di investire, segnala il Vice Segretario Generale di Unioncamere, "sono i settori più tradizionali, come l'assistenza sociale o i servizi alla persona" ma mostrando interesse anche "per il turismo e l'agricoltura, ambiti in cui le donne non solo investono ma sono riuscite anche a innovare", introducendo il potente driver del digitale.
"Il Giro, che ha toccato 10 città, in moltissime tappe, riferisce Tiziana Pompei, ha toccato "il grande tema della digitalizzazione. Nell'e-commerce e nei servizi via internet le donne pesano per il 20% del totale delle imprese digitali, ma vogliamo fare di più". Per questo, aggiunge, "come Camere di Commercio, su spinta del ministero dello Sviluppo Economico, stiamo mettendo risorse nell'ambito del programma Industria 4.0 per investire su una digitalizzazione che potenzi anche le aziende in 'rosa'".
A parlare di 'luci e ombre' per l'imprenditoria al femminile è la presidente di Confesercenti nazionale, Patrizia De Luise: "Le donne hanno risposto alla ricerca dell'occupazione anche facendo impresa e questo è senz'altro un segnale importante perchè, come molti economisti rilevano, il lavoro delle donne ha un peso sul nostro Pil". Ma il problema non risolto del "welfare" a sostegno della famiglia "grava" come un'ombra "sul lavoro femminile", avverte De Luise.
"Se analizziamo il tipo di impresa che le donne scelgono -spiega- si evince che il problema più forte sia quello della conciliazione dei tempi del lavoro che crea grande preoccupazione. E a maggior ragione se sono i tempi di un'azienda".
C'è inoltre, indica la presidente di Confesercenti, anche "una forte discriminazione fra il lavoro femminile ed il lavoro delle donne imprenditrici" visto che queste ultime, "ad esempio, non possono utilizzare un sostegno come la legge 104". "Detto ciò, le donne non scappano di fronte al lavoro. Ma ora, visti i segnali di ripresa, la politica deve rispondere ai problemi legati al lavoro femminile e dare risposte anche alle esigenze delle donne imprenditrici. E -taglia corto- non si può aspettare".