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Comunicato stampa

La casa intelligente dall’IoT alla domotica richiede responsabilità culturale per la propria sicurezza

25 febbraio 2022 | 11.57
LETTURA: 3 minuti

“Il mondo iperconnesso della smart home – secondo l’esperto di sicurezza informatica Pierguido Iezzi, di Swascan- impone un approccio alla sicurezza differente. I rischi cyber sono maggiori rispetto ad un contesto tradizionale. L’interconnessione continua tra gli oggetti e la loro eterogeneità rende questo insieme di macchine intelligenti una perfetta occasione per potenziali criminali informatici per lanciare un attacco”

Una casa intelligente è desiderio di molti, anche se si fa spesso confusione tra sistema IoT e impianto domotico. Entrambe le tecnologie sono connesse alla rete, ma se l’internet delle cose IoT (Internet of Things) è potenzialmente installabile anche in una struttura datata, basta che abbia energia e connessione internet, cambia tutto per la domotica, che ha bisogno di partire dall’impianto in fase di costruzione o ristrutturazione di un immobile. L’IoT in definitiva, ha reso possibile per molti, in modo trasversale ciò che la domotica continua a fare per pochi. Infatti la complessità e le potenzialità di un impianto di domotica fa la differenza, rimanendo un ideale, con impianto centralizzato che gestisce tutto a differenza dell’IoT che utilizza diverse applicazioni. In realtà sono mondi che non si possono paragonare, perché mentre con una semplice installazione si può cominciare ad avere una casa tecnologica con al centro il modem e lo smartphone, nell’altro caso si ha un impianto unico centralizzato in cui i processi possono essere automatizzati per più elettrodomestici e servizi alla volta, come irrigazione, videosorveglianza eccetera. Fino a permettere alla tecnologia di essere proattiva e anticipare l’utente, grazie a diverse figure professionali, che lavorano in sinergia con l’architetto, per predisporre la parte tecnologica. Una tendenza o una necessità che sia, l’Intelligenza Artificiale riesce a far gestire da remoto molti processi come il riscaldamento, l’illuminazione, la sicurezza dagli allarmi e le telecamere a circuito chiuso in un’unica interfaccia. Perciò l’ecosistema tecnologico deve essere degno di fiducia, troppo spesso in antitesi con la crescita accelerata in campo design e funzionalità per il continuo evolversi dell’high tech. Questo però comporta insidie potenziali in un'abitazione controllata e gestita da remoto, infatti può essere facile obiettivo per gli hackers a caccia di dati personali, immagini, video, audio e informazioni sensibili per furti, sia fisici che di identità.

“Il mondo IoT si è ormai trasformato in Internet of Everything – IoE – secondo Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan, l’azienda Cyber di “cacciatori” di vulnerabilità– oggetti eterogenei tra loro interconnessi e interoperabili. Sistemi che hanno lo scopo e obiettivo di elaborare dati per garantire un servizio più efficace al consumatore. Quando parliamo di smart home, dobbiamo tenere in considerazione che questi sistemi hanno un ciclo di vita estremamente complesso ed eterogeneo. Sono il prodotto di una catena di fornitura lunga e a volte non sempre sicura. Maggiore è la complessità e l’interconnessione del prodotto finale, maggiore sarà la possibilità che questo presenti una falla.

I vari standard, normative e direttive per il mondo IoT – tutt’ora non uniformi nel mondo - hanno cercato di rendere la sicurezza integrata nei dispositivi una base di partenza. Ma il produrre un oggetto sicuro oggi ha poco valore, purtroppo. Per rendere le Smart home sicure c’è bisogno di fare “future proofing”: assicurarsi che anche a distanza di anni questi oggetti siano a prova di Criminal Hacker. Come? Rendendo questi dispositivi capaci di identificare le anomalie, assicurandosi che siamo sempre aggiornati automaticamente e accorpando a questo mondo ad un sistema di monitoraggio continuo gestito da esperti.”

Le vulnerabilità di cui spesso sentiamo parlare infatti (che siano telecamere o assistenti vocali) sono frutto di una mancanza di monitoraggio e di un’assenza di rigorosi aggiornamenti. Se nei prossimi anni questi strumenti IoT saranno veramente parte integrante delle nostre case, è necessario che vengano messe in piedi misure coerenti e mirate per assicurarsi che non diventino il punto debole del cuore delle nostre abitazioni.

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