I curdi iracheni "sono stati isolati dalle politiche settarie e discriminatorie" del premier Nuri al-Maliki e per questo le loro rivendicazioni di indipendenza si fanno sempre più forti, soprattutto in questo periodo di grave crisi di sicurezza. "Ma la Turchia sostiene l'integrità territoriale dell'Iraq e non appoggia alcun tipo di separatismo". Lo afferma il ministro turco per gli Affari europei, Mevlut Cavusoglu, in un'intervista ad Aki-Adnkronos International.
La Turchia ha riallacciato negli ultimi anni i suoi rapporti con la regione autonoma del Kurdistan iracheno, con la quale ha anche siglato alcuni contratti in campo petrolifero, ai quali il governo di Baghdad si è opposto. "In Iraq - dice Cavusoglu - non tutti possono beneficiare degli stessi diritti ed è quindi comprensibile che ci siano alcune rivendicazioni. Ma nonostante questo, crediamo che l'integrità territoriale del paese debba essere salvaguardata".
La crisi in Iraq, dove i jihadisti dello Stato islamico controllano ampie regioni, per il ministro "è il risultato di quello che succede in Siria, ma anche delle politiche messe in atto da Maliki, che ha tracciato una linea rossa tra sunniti e sciiti". "Questo - dice - è esattamente lo scenario su cui avevamo allertato i nostri partner occidentali. Purtroppo si è avverato e noi che siamo i vicini più stretti siamo esposti a una grave minaccia". Per uscire dalla crisi, secondo Cavusoglu, "ci vuole un cambiamento politico, un nuovo inizio, più inclusivo e intra-confessionale". Un passo a cui "la politica discriminatoria" di Maliki "non può dare alcun contributo".